Giorgia Meloni, avendo un seguito notevole dalla sua parte, ha avuto l’idea di proporre un nuovo progetto che potrebbe migliorare la rete per come la conosciamo. Qual è il programma che vorrebbe propore in caso fosse il suo partito quello vincitore?
Si tratta della rete unica, e a quanto pare è una idea che la candidata premier di destra Giorgia Meloni avrebbe intenzione di attuare. È una versione che potrebbe complicare ulteriormente questo scenario, tuttavia parliamo di una nuova strategia molto differente e che è vista come una netta posizione di una visione protezionista e nazionalista, che sembrerebbe essere diversa dagli standard italiani.
Ne parla al riguardo il segretario di Fratelli d’Italia su Radio 24: “Io penso che il Golden Power vada esteso. Ricordo che fu attivato all’inizio pandemia dall’allora governo Conte su proposta di Fratelli d’Italia e questo ci ha permesso di salvare moltissime aziende italiane, che altrimenti sarebbero state acquisite. Sono per l’estensione del golden power, per la difesa delle produzioni strategiche, dei marchi e delle infrastrutture come fanno tutte le nazioni al mondo“.
Il programma che darà vita ad una sola rete unitaria
Questo progetto dovrebbe rivelarsi essere utile per la difesa delle “infrastrutture strategiche, sia per un fatto di interesse che di sicurezza nazionale. Come lo fanno gli altri, penso che in alcuni casi lo debba fare anche l’Italia“. Ciò potrebbe avere luogo soltanto con la nascita di una rete unica di proprietà dello Stato. Giorgia Meloni ha approfondito ulteriormente il discorso, rilasciando un’altra dichiarazione ufficiale in merito alla questione:
“La posizione di Fratelli d’Italia è di una rete unica, come accade in tutte le grandi democrazie occidentali, che sia di proprietà pubblica, non verticalmente integrata: il punto è scorporare la proprietà della rete, che secondo me non può essere privata come non lo è da nessuna parte per un fatto di sicurezza nazionale e tutela dell’interesse nazionale, dalla vendita del servizio che si deve fare in regime di libera concorrenza tra tutti gli operatori“.
Attualmente il piano prevede la divisione dalla rete Telecom e in seguito l’acquisto da parte di Cdp e i fondi Kkr e Macquarie. Un’operazione che ha un serio problema di valutazione degli assett dal momento TIM e Vivendi vorrebbero 30-24 miliardi, mentre gli altri una cifra di 18-20 miliardi.
Fratelli d’Italia, invece, punterebbe su Cdp come forza di riferimento per lanciare un’OPA sul 90% delle azioni Telecom.
Comunque nulla vieta a Cdp di fondere TIM e Open Fiber mantenendo il controllo azionario e di fatto dando vita a una ri-nazionalizzazione dell’infrastruttura di rete. Tenendo conto di quelli che sono i profili delle valutazioni finanziarie prettamente numeriche, in base alle patole degli esperti, avrebbe più senso prendere questa via rispetto a una divisione per la sola rete Telecom, tuttavia ciò non toglie che sarà altrettanto difficile come procedimento.