Katia Lamberti, morta a 30 anni di Covid: “A breve si sarebbe vaccinata”. Famiglia vuole la verità

Katia Lamberti aveva 30 anni - meteoweek.com
Katia Lamberti è morta nel giorno di Ferragosto a causa del Covid-19. La trentenne aveva programmato la somministrazione della prima dose del vaccino per la fine di agosto, ma la settimana scorsa era risultata positiva al tampone. Le sue condizioni di salute sono peggiorate rapidamente, fino al decesso per arresto cardiocircolatorio. La famiglia adesso vuole sapere se i medici avrebbero potuto fare di più per salvare la ragazza.

Katia Lamberti è una delle vittime più giovani del Covid-19. La trentenne è morta nel giorno del Ferragosto. Era in quarantena, insieme al compagno Emanuele, poiché risultata positiva al tampone. Le sue condizioni di salute, tuttavia, si sono aggravate in breve tempo. Nel primo pomeriggio di domenica la titolare di una pizzeria a Torre del Lago ha perso i sensi. Immediata la chiamata al 118, ma l’ambulanza ha tardato ad arrivare. Il fidanzato, per questa ragione, la ha caricata in macchina e trasportata in ospedale. Lì si è spenta a causa di un arresto cardiocircolatorio. La famiglia adesso chiede di sapere la verità: se fosse stata soccorsa prima, si sarebbe potuta salvare? Il padre Alfonso, intanto, ha voluto invitare i giovani ad aderire alla campagna di vaccinazione contro il virus, come la figlia avrebbe fatto di lì a poco tempo. Aveva prenotato la somministrazione della prima dose per la fine di agosto.
La morte di Katia Lamberti
A raccontare gli ultimi istanti di vita di Katia Lamberti, in una intervista al TG3, è stato il compagno Emanuele, ancora in isolamento. Proprio lui, domenica scorsa, ha chiamato il 118, che però non è arrivato. Da qui la corsa alla locale Misericordia. “Ci hanno detto, con Katia svenuta nell’auto, che si dovevano vestire. Allora ho riflettuto e mi sono detto: non c’è più tempo. Ho messo la retromarcia e l’ho portata sino in ospedale, dove è arrivata ancora viva. Poi è andata in arresto cardiorespiratorio”. I medici non sono riusciti a salvarla. Era troppo tardi. Da chiarire, adesso, eventuali responsabilità. “A chi abbia contratto il Covid e si trovi a casa, vanno garantiti aiuti maggiori. È giusto che non si affollino gli ospedali, ma se una persona chiama per chiedere aiuto, ci deve essere qualcuno competente che viene e decide il da farsi”.
Della stessa idea è Alfonso, il papà della vittima. “Vogliamo sapere la verità: se c’era la possibilità di salvarla, ditemi voi come si possa continuare a vivere”. I dubbi che l’uomo si pone sono tanti. Le più importanti riguardano le modalità di soccorso: dal mancato arrivo dell’ambulanza fino al mancato soccorso alla locale Misericordia. Anche nei giorni precedenti alla tragedia, inoltre, Katia Lamberti aveva accusato febbre e alcuni disturbi respiratori. La Asl, il medico di base e l’unità speciale di continuità assistenziale, tuttavia, li avevano considerati «minori». “Mia figlia peggiorava a vista d’occhio, ma dicevano che non fosse niente di preoccupante”.
Infine, un ultimo punto interrogativo attanaglia papà Alfonso. La trentenne, un mese fa, si era sottoposta ad un intervento di chirurgia estetica a Firenze. L’operazione, i sintomi del Covid-19 ed il decesso potrebbero essere correlati? “Anche su questo aspetto chiediamo che venga fatta la massima chiarezza”, ha concluso. L’autopsia sul corpo di Katia Lamberti è stata effettuata ieri presso l’ospedale Versili, ma i risultati non sono stati resi ancora noti. Domani, alle ore 10.00, si svolgeranno i funerali nella chiesa San Giuseppe di Torre del Lago.

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L’appello ai giovani
Papà Alfonso ed il compagno Emanuele, a distanza di pochi giorni dalla morte della trentenne, hanno voluto mandare un messaggio ai giovani. “Vaccinatevi, perché è importante. Katia era preoccupata quando toccavamo l’argomento vaccino, ma non abbiate dubbi”. L’imprenditrice, infatti, aveva in programma di vaccinarsi a fine agosto. Il Covid-19, tuttavia, le ha tolto la vita prima.
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