I dipendenti titolari di Legge 104 temono che la richiesta dei permessi e di altre agevolazioni penalizzino su più fronti.
Stipendi e pensioni sono a rischio sfruttando le agevolazioni concesse dalla Legge 104 ai lavoratori disabili e caregiver che si prendono cura di un familiare con disabilità grave? Cerchiamo di fare chiarezza.
La Legge 104 nasce con l’obiettivo di aiutare i cittadini con una minorazione fisica, psichica o sensoriale e i caregiver. Prevede numerosi benefici di varia natura. Ci sono le detrazioni per l’acquisto di un veicolo, l’IVA al 4% per sussidi informatici e tecnologici, l’esenzione bollo auto, le detrazioni per figli a carico. I lavoratori, poi, possono avere un’occhio di riguardo sulla scelta della sede di lavoro e usufruire del congedo straordinario di due anni oppure del permessi di tre giorni al mese.
Il dubbio per tanti dipendenti è che queste misure possano incidere negativamente in busta paga o sul diritto alla pensione. Approfittare dei benefici comporta una riduzione dello stipendio? Per rispondere alla domanda basta dare un’occhiata alle voci della busta paga (o del cedolino) e cercare quelle inerenti alla Legge 104.
Tra le voci sulla busta paga che definiranno l’importo finale citiamo le ore lavorate, i giorni di malattia, le giornate di ferie, i permessi Legge 104. Questi permettono di assentarsi dal posto di lavoro per tre giorni al mese per assistere un familiare con disabilità grave. I permessi sono retribuiti e frazionabili anche ad ore. La voce di riferimento in busta paga è “Maggiorazione ratei PG” ossia permessi giornalieri.
Secondo la normativa il lavoratore che fruisce dei permessi matura comunque ferie, tredicesima, quattordicesima e TFR e riceve una compensazione (non una maggiorazione nonostante la dicitura usata) per l’assenza di importo variabile ogni mese in base alle ore di permesso utilizzate. Attenzione a non confondere la maggiorazione dei permessi 104 con quella contributiva volta alla maturazione del diritto al trattamento pensionistico. Si tratta di una misura per gli invalidi che l’INPS aggiungerà quando dovrà definire la pensione.
Su richiesta degli interessati verrà riconosciuto per ogni anno di servizio presso Pubbliche Amministrazioni o aziende private il beneficio di due mesi di contribuzione figurativa utile solo per il diritto alla pensione e all’anzianità contributiva, non per aumentare l’importo dell’assegno. Il limite massimo è di cinque anni di contribuzione figurativa. I lavoratori con 104, dunque, non devono temere penalizzazioni in busta paga né problemi nel maturare il diritto alla pensione pur usufruendo del permessi di tre giorni al mese.
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