Le piantagioni di caffè sono tra le principali cause della deforestazione nel mondo e la produzione di massa non è più sostenibile.
Ci troviamo in un momento storico in cui è necessario pianificare in modo oculato e attento le mosse da compiere. Gran parte delle attività commerciali umane hanno un impatto nocivo devastante sull’ambiente e questo ha portato ad una situazione climatica complessa da gestire e potenzialmente catastrofica.
Gli effetti del cambiamento climatico globale sono sotto gli occhi di tutti, le estati sono sempre più calde, le precipitazioni sempre più rare e contenute nelle quantità. A questo trend si associano fenomeni climatici estremi come grandinate, piogge torrenziali, trombe d’aria e bombe d’acqua che hanno effetti dannosi sulle coltivazioni e possono causare alluvioni e frane.
Tra le cause principali del surriscaldamento globale c’è l’opera di deforestazione portata avanti dall’uomo nel corso dei secoli e giunta adesso ad un punto critico. La crescente richiesta di legna, insieme all’esigenza di ricavare sempre maggiore spazio per le costruzioni civili e industriali e agli effetti dannosi dell’inquinamento hanno condotto ad una situazione critica.
Allo stato attuale, dunque, l’unico modo per evitare che la deforestazione porti ad una totale scomparsa della vegetazione è l’interruzione graduale di tutte le attività che la mettono a rischio. Tra queste c’è al sesto posto anche la crescente richiesta di spazio per le piantagioni di caffè.
L’amata e diffusa bevanda energetica viene consumata ogni giorno da milioni di persone e la richiesta di mercato è sempre crescente. Il problema è che ad oggi la produzione di caffè non è più sostenibile e tutti i giganti del settore stanno cercando delle alternative che consentano di continuare a venderla anche quando la produzione sarà gioco forza limitata per salvaguardare le foreste.
Una possibile soluzione in realtà già esisterebbe e consiste nella produzione di bevande che ne ricordano il sapore, l’aroma e la densità, ma che non sono state prodotte dai chicchi di caffè. Allo stato attuale le bevande simil-caffè sono guardate con ostracismo dagli appassionati consumatori poiché non hanno lo stesso sapore del caffè e non contengono caffeina.
Tra le principali aziende che stanno studiando questa nuova forma di produzione del caffè c’è in prima linea Atomo, già oggi presente a San Francisco e in poche altre zone del mondo. Creare caffè senza i chicchi è la soluzione che si cerca per evitare i danni causati dalle piantagioni alle foreste.
Inoltre la produzione senza chicchi è molto meno costosa di quella tradizionale e potrebbe permettere di abbassare notevolmente anche i prezzi del mercato. Principalmente per questa ragione anche i giganti dell’industria del caffè stanno guardando con grande interesse a questa alternativa che nel giro di qualche anno potrebbe essere sempre più diffusa.
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