Le donne hanno ora la possibilità di andare in pensione a 56 anni e con 20 anni di contributi, ecco quali sono i requisiti richiesti.
Riuscire a maturare con continuità i contributi non è sempre così semplice, soprattutto perchè troppo spesso ci si deve accontentare di contratti a termine, non sempre rinnovati, e con poche garanzie in merito a quando si potrà trovare un altro lavoro. L’idea di dover ritardare il momento in cui sarà possibile andare in pensione non può che generare affanno, anche se fortunatamente una scappatoia per alcuni sembra effettivamente esserci, anche se sarà necessario rispettare alcuni requisiti ben precisi.
Il riferimento è alle donne, che avranno la possibilità di concludere la propria carriera lavorativa pur avendo maturato 20 anni di contributi e a 56 anni di età. Un numero simile di contributi, è bene precisarlo, non è sempre garanzia di poter ottenere la pensione, è bene precisarlo, così da poter fare le opportune verifiche sulla base della propria situazione personale.
Donne in pensione a 56 anni e con 20 anni di contributi: ecco come
Non sempre 20 anni di contributi sono sufficienti per andare in pensione, è atrettanto indispensabile avere compiuto 67 anni di età. Questa è la regola generale, ma esistono altre eccezioni, che consentono di raggiungere il traguardo anche prima. Da questo sono escluse le persone che hanno iniziato a versare contributi pensionistici dopo il 31 dicembre 1995. In quest’ultimo caso è necessario anche che che il contribuente abbia maturato un assegno pensionistico pari o superiore ad 1,5 volte rispetto all’assegno sociale, che per il 2022 è pari a 480 euro. Se questo non dovesse essere avvenuto, sarà necessario attendere il compimento del 71esimo anno per ottenere la pensione di anzianità, i 20 anni di contributi non sono ritenuti requisito sufficiente.
I lavoratori dipendenti hanno però la possibilità di fare richiesta per l’indennizzo anticipato qualora dovessero avere ricevuto dall’INPS il riconoscimento dell’invalidità non inferiore all’80%. Qualora ci fossero queste condizioni, è necessario che le donne abbiano compiuto 56 anni, mentre per gli uomini l’età anagrafica sale a 61 anni. Situazioni come queste permettono di applicare la “finestra mobile” pari a 12 mesi.
Chi già riceve un assegno ordinario per l’invalidità può chiedere che questo sia trasformato nella pensione di vecchiaia facendone richiesta all’INPS. E’ necessario allegare nell’istanza la relativa documentazione che attesta il riconoscimento da parte dell’INPS dello stato invalidante.
Il medico curante dovrà avere cura di compilare il modello SS3 (certificato medico). L’invio potrà avvenire secondo differenti modalità, anche tramite il portale www.epasa-itaco.it. Se tutto dovesse andare a buon fine, la pensione avrà decorrenza dal 1° giorno del mese successivo all’aperta della finestra “mobile”.