L’INPS sta chiedendo il rimborso di un assegno erogato alle famiglie. La preoccupazione è tangibile, chi dovrà restituire i soldi?
L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale effettua ogni mese numerosi pagamenti in favore delle famiglie italiane. Se i soldi dovessero essere erogati senza che i percettori ne abbiano diritto l’ente potrebbe chiedere il rimborso.
L’elenco dei pagamenti mensile INPS è lunga tanto da riempire una pagina di calendario. Si inizia con le pensione e poi si passa a Bonus, agevolazioni e benefici. Dall’Assegno Unico alla Carta Acquisti, dalla NASPI all’Assegno di Inclusione e al Supporto per la Formazione e il Lavoro. Poi ci sono le erogazioni extra come quelle della Carta Dedicata a Te previste proprio in questi giorni.
La misura ha generato un po’ di confusione dato che l’ente della previdenza sociale ha incluso tra i beneficiari anche alcune famiglie che percepiscono la Carta Acquisti e l’AdI mentre la normativa ne prevedeva l’esclusione. Possono spendere i soldi? Il consiglio è di informarsi bene prima di ritrovarsi a dover restituire le somme percepite illegittimamente anche se per un errore INPS. È facoltà dell’ente, infatti, richiedere il rimborso di somme non spettanti. Sta accadendo proprio ora con riferimento all’indennità di disoccupazione.
La Corte Costituzionale ha stabilito che se un lavoratore per cause di forza maggiore non può continuare l’attività avviata con l’anticipo NASPI il rimborso sarà parziale (sentenza numero 90 del 20 maggio 2024). Causa dello stop dovranno essere eventi fuori dal controllo del lavoratore come disastri naturali o accadimenti improvvisi. La restituzione dei soldi sarà proporzionata al periodo di occupazione nel lavoro subordinato dato che solo per tale periodo si può considerare la NASPI anticipata priva di causa.
L’INPS, dunque, nel caso citato non può chiedere l’integrale restituzione dell’anticipo diversamente da quanto accade in altre circostanze. L’intera restituzione delle somme è dovuta dal percettore NASPI in caso di doppia erogazione dell’indennità di disoccupazione per uno stesso periodo di disoccupazione oppure qualora venissero meno i requisiti che danno diritto alla NASPI.
Dove sopraggiungessero tali situazioni l’INPS potrebbe chiedere il rimborso di tutte le somme versate ma non spettanti al cittadino e in caso di mancata restituzione dell’importo potrebbe procedere con l’iscrizione a ruolo della somma con conseguente applicazione di sanzioni e interessi di mora. Si può arrivare anche al pignoramento dei beni. L’INPS ha cinque anni di tempo per poter chiedere il rimborso, poi scatterà la prescrizione.
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