Si chiude con una grandissima delusione l’avventura degli azzurri nel campionato europeo di Germania. Gli uomini di Spalletti vengono dominati ed eliminati dalla Svizzera
Ancora una volta gli elvetici si dimostrano fatali per l’Italia e, dopo aver contribuito all’estromissione dai mondiali, eliminano la nazionale azzurra agli ottavi di EURO2024.
Alla luce della pesantissima sconfitta, non tanto in termini di risultato ma più per quanto riguarda gioco, idee e grinta, questa spedizione azzurra guidata da Luciano Spalletti può essere considerata un grande fallimento.
Il tecnico toscano era giunto sulla panchina della nazionale con il favore di pubblico e stampa, che ancora osannava l’operato del neo ct al Napoli, scudettato dopo 33 anni. Nonostante le premesse, però, uno dei principali artefici di questo tonfo è proprio Luciano Spalletti.
Che non bisognasse sottovalutare la Svizzera, in Italia e non solo, era cosa molto nota. La nazionale guidata oggi da Yakin è, infatti, stata la principale causa del mancato approdo all’ultimo mondiale. Il sentimento di rivalsa e la voglia di dimostrare una tanto millantata superiorità hanno, però, giocato un brutto scherzo agli azzurri.
Nell’ottavo di finale giocato a Berlino, infatti, a risaltare non è tanto il 2-0 elvetico, ma l’atteggiamento passivo, arrendevole e pauroso dei calciatori scesi in campo. Alcune ostinazioni hanno minato l’avventura di Spalletti in Germania, come insistere su un Di Lorenzo palesemente fuori forma fisica e mentale.
Al tecnico di Certaldo, inoltre, vanno imputate alcune scelte discutibili come l’aver schierato formazioni con uomini e moduli sempre diversi. Questo ha notevolmente minato le certezze di un gruppo che solo 3 anni fa si laureava campione d’Europa e che si ascriveva alla storia per la più lunga striscia di imbattibilità per una squadra nazionale.
Chiaramente Spalletti non è l’unico colpevole della disfatta italiana, ma i suoi continui cambi e le conseguenti insicurezze hanno minato le poche certezze rimanenti all’interno del gruppo azzurro.
Questa ennesima batosta, adesso, dovrebbe far aprire gli occhi al sistema calcio italiano che, ormai da tempo, annaspa senza riuscire a dare una svolta significativa al proprio movimento. La vera problematica del calcio italiano, infatti, risiede in FIGC, dove figure di vertice si sono più volte dimostrate inadatte a ricoprire tale carica nel 2024.
La vittoria degli europei a Wembley aveva illuso che potesse iniziare una nuova epoca ricca di soddisfazioni per l’Italia, un rinascimento calcistico atteso dai primi anni 2000. La realtà, invece, ci dice che il movimento calcistico italiano è in continuo e inesorabile declino a causa di una cattiva gestione che mette al primo posto gloria e successi personali a discapito di progettualità e soddisfazioni a lungo termine.
Adesso, come dopo ogni disfatta, bisognerebbe tracciare una linea dal quale ripartire. La pietra angolare su cui rifondare la nuova Italia del pallone è senz’altro Gianluigi Donnarumma, fuoriclasse nel suo ruolo e maturo abbastanza da metterci la faccia subito dopo la sconfitta. L’Italia calcistica ha bisogno di personalità, ha bisogno di calciatori che gettino il cuore oltre l’ostacolo e la pessima figura contro la Svizzera ha sottolineato come Spalletti abbia fallito anche e soprattutto nella parte motivazionale del suo lavoro.
Nel futuro azzurro, come le recenti dichiarazioni dei diretti interessati confermano, ci sarà ancora Spalletti. La speranza è che venga stravolto l’approccio e il metodo di arrivo, permanenza e partecipazione alla nazionale, altrimenti il grande rischio è quello di guardare ancora una volta il campionato del mondo da casa.
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