Una forte incognita per l’economia di cui si parla poco ma i rischi potrebbero essere proprio per le famiglie.
Quando c’è stata la pandemia di Covid un argomento di discussione molto importante è diventato quello della catena degli approvvigionamenti. La cosiddetta supply chain è una catena invisibile che lega tutta la produzione mondiale. Dall’estrazione delle materie prime alla lavorazione iniziale fino ad arrivare ai semilavorati e poi al prodotto finito, la catena degli approvvigionamenti è una macchina estremamente complessa ma anche estremamente delicata. Praticamente tutto quello che viene comprato e venduto passa attraverso una serie di passaggi che spesso fanno letteralmente il giro del mondo.
Tantissima merce che troviamo nei nostri negozi in realtà viene dalla Cina ma le materie prime arrivano da paesi che possono essere anche molto diversi. Riuscire a far funzionare una macchina così complessa è difficilissimo e chiaramente la pandemia di Covid l’ha messa in ginocchio. La fortissima fiammata inflazionistica partita proprio nel 2022 ha avuto una delle cause forti proprio nel fatto che si era inceppata la catena degli approvvigionamenti.
Un meccanismo che resta molto fragile
Quando si è ricominciato a produrre, tante materie prime o anche tanti semilavorati erano difficilissimi da trovare proprio perché la catena degli approvvigionamenti non era ancora ripartita completamente. Proprio per questo i microchip sono diventati carissimi. Ma ovviamente non sono soltanto i microchip a essere diventati carissimi perché difficili da reperire.
Tantissime altre materie prime o semilavorati erano diventati estremamente problematici e quindi proprio per questo l’inflazione è diventata così alta. Ovviamente le cause dell’inflazione sono tante ma oggi sarebbe molto ingenuo pensare che la catena degli approvvigionamenti sia perfettamente funzionante. Tantissimi problemi di varia natura in realtà rendono la catena degli approvvigionamenti globali molto fragile.
Con l’alta inflazione è tutto più difficile
Ancora oggi secondo gli esperti ci sono tanti punti deboli nella catena degli approvvigionamenti e questo potrebbe creare nuove fiammate inflazionistiche. Tra l’altro le tensioni geopolitiche potrebbero essere proprio uno degli elementi più esplosivi per la catena degli approvvigionamenti. Dunque se oggi la pandemia di covid non fa più paura, i limiti e i problemi della catena degli approvvigionamenti continuano ad essere un elemento da monitorare.
Infatti se ad esempio le tensioni geopolitiche tra l’occidente e la Cina dovessero crescere e i veti incrociati al commercio internazionale dovessero diventare più forti ecco che i problemi alla catena degli approvvigionamenti potrebbero tornare. Quindi proprio la tensione con la Cina ma anche l’embargo alla Russia sono due degli elementi di maggiore attenzione da questo punto di vista ma non sono i soli.
Una nuova pandemia
Tra l’altro se dovesse arrivare una nuova pandemia come tanti esperti stanno evidenziando la catena degli approvvigionamenti già provata dalla pandemia di covid rischierebbe davvero di andare in pezzi. Quindi il fatto che la pandemia di covid sia passata non deve farci pensare che i limiti e le fragilità della catena degli approvvigionamenti non siano più un rischio per l’economia in generale e per le famiglie. Anzi il fatto che ci troviamo in un forte scenario inflazionistico deve far guardare agli anelli deboli della catena degli approvvigionamenti con un’attenzione particolarmente forte.