Il leader di Italia Viva fa le pulci all’esecutivo, colpevole di essere troppo diviso al suo interno e con alleati troppo aggressivi tra di loro. Per Renzi non arriverà alla fine del mandato, ma assicura i suoi elettori che né lui né Calenda fungeranno da sostegno all’attuale maggioranza.
Questa volta i panni del gufo li ha vestiti lui, Matteo Renzi, l’ex-presidente del Consiglio ed ex-segretario del Pd che accusava i membri del suo partito di tifargli contro nel suo mandato da premier. “Il governo Meloni non supererà il 2024 perché è disunito e dilaniato da continue polemiche e tensioni tra gli alleati” è quanto dichiarato dal senatore di Scandicci che getta così una sorta di “maledizione” sull’esecutivo.
In una intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, Renzi afferma che “tra il caso Pos, le nomine dei manager pubblici, e uscite politicamente infelici questo governo si perde in un bicchier d’acqua“. Le responsabilità sono proprio di Giorgia Meloni la quale “nelle ultime settimane ha detto tutto e il contrario di tutto. Per fortuna le hanno suggerito di fermarsi con post e video altrimenti avrebbe negato anche di chiamarsi Giorgia. Dare la colpa ai benzinai ‘speculatori’ dell’aumento delle accise votato dal governo è stato un autogol“.
“Il grande difetto di Meloni è l’eccesso di comunicazione e la ricerca spasmodica del consenso – sostiene Renzi -. L’effetto novità si affievolisce, contraddizioni e incoerenze aumentano e quanto a Berlusconi e Salvini, sono due alleati non facili da gestire“. Secondo Renzi “occorre avere un progetto Paese, non l’ansia da prestazione di intervenire su tutto senza una visione ma solo per prendere dei like sui social. Questa legge di bilancio azzoppa Industria 4.0 ma regala soldi alle società di calcio: puoi anche prendertela con l’inflazione ma se la politica economica la fai pensando a Lotito e non alla classe media è evidente che manca una strategia“.
I primi problemi per il Governo potrebbero arrivare dopo le elezioni europee, “prima di allora saranno solo scaramucce tattiche“. Le più vicine amministrative previste in Lazio e in Lombardia “non sposteranno nulla, nemmeno una virgola, sulle questioni nazionali“. Per l suo partito, Italia Viva, “l’obiettivo principale è ottenere almeno il 10% alle elezioni europee del prossimo anno. Non si tratta di rifare il partito liberale ma dare una casa politica a tante culture diverse che tengano insieme i liberal democratici ma anche i Popolari, Azione e Italia viva, Più Europa e tante esperienze civiche. Dobbiamo tuttavia trovare un modo originale per trasformare i contenitori elettorali in un progetto politico innovativo e vincente“.
Poi rassicura i suoi elettori: “Io e Calenda non faremo la stampella al governo, neanche se ce lo chiedono. Non penso neanche che ne abbiano bisogno. Ma senza Berlusconi e Salvini, non c’è la maggioranza. Berlusconi non avrebbe preso benissimo la vicenda della benzina, lui è bravo a intuire cosa pensa la gente. Loro litigano ma poi trovano un accordo“.