Nelle prossime settimane la direttiva dell’Unione Europea sul risparmio energetico delle abitazioni verrà confermata. In molti saranno costretti a ristrutturare la propria casa per rispettare le nuove norme “green”.
La nuova direttiva “green” dell’Unione Europea sul risparmio energetico, con una particolare attenzione sulle abitazioni, non è stata accolta nel migliore dei modi. A preoccupare politici e cittadini sono soprattutto le ristrutturazioni obbligatorie e le relative spese da sostenere per adeguare ogni casa ai nuovi standard UE.
L’intento delle misure è quello di ridurre i consumi. L’Unione Europea punta a garantire una maggiore tutela dell’ambiente, in una situazione caratterizzata dalla crisi energetica internazionale e dall’emergenza climatica. La direttiva è stata proposta nel 2021 e, al momento, è in fase di perfezionamento.
Le misure dovrebbero trovare conferma tra la fine del mese corrente e l’inizio di marzo. In base alla bozza del programma comunitario, entro il 2030 gli immobili residenziali dovranno essere in classe energetica E. Il passo successivo sarà la transizione alla classe energetica D entro il 2033. L’obiettivo finale è di raggiungere zero emissioni entro il 2050.
Ogni Stato avrà modo di definire le procedure considerate più adatte, facendo affidamento ai parametri della direttiva. Il problema, per il governo italiano, sta nel fatto che la maggior parte degli edifici (il 60%) sono di classe F o G. In particolare quelli progettati prima degli anni ’60. Solamente le case costruite tra gli anni 80′ e 90′ rispettano lo standard della classe energetica E.
Ciò significa che milioni di abitazioni dovranno essere ristrutturate, con spese notevoli per cittadini e imprese. Le agevolazioni dello Stato – tra cui spicca il Superbonus 110%, garantito proprio a chi intende ristrutturare casa migliorandone l’efficienza energetica – hanno già incontrato diverse criticità. Tra prezzi gonfiati, liste di attesa che diventano infinite e cantieri rimasti senza credito costretti a bloccare i lavori.
Quali sono le modifiche necessarie per salire di due classi energetiche? La sostituzione della centrale termica è fondamentale ma non è abbastanza. Occorre procedere anche con l’isolamento del cappotto termico dell’involucro. Altri interventi utili per ridurre il consumo energetico sono l’installazione di un impianto fotovoltaico e la sostituzione dei vecchi infissi.
Impossibile effettuare un calcolo preciso dei costi. Dei 12,2 milioni di edifici in Italia, sono circa 9 milioni quelli progettati prima che venissero approvate le norme del 1974 incentrate sulla riduzione dei consumi energetici. Ad esclusione di alcune esenzioni (come le abitazioni che non superano i 50 metri quadrati), almeno due terzi degli immobili registrati sul territorio italiano avrebbero bisogno di interventi di miglioramento.
In base ai calcoli (e facendo affidamento ai dati relativi al Superbonus) la spesa media per ciascun edificio sarebbe di circa 105 mila euro. Almeno 311 mila persone hanno già usufruito delle agevolazioni dello Stato per ristrutturare la propria abitazione. Sottraendole ai 4,2 milioni di abitazioni che necessitano di ristrutturazione, sarebbero necessari 409,5 miliardi di euro complessivi per adottare le misure della direttiva UE.
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