La premier vuole limitare le dichiarazioni degli alleati che possano metterla in cattiva luce. Il tentativo di Lega e Forza Italia di recuperarle consenso deve andare a vuoto, anche se per Salvini e Berlusconi si tratta di sopravvivenza politica.
Per Giorgia Meloni la prima grande sfida da leader del Governo e della coalizione è quella di rimettere al loro posto le, troppe, uscite sballate e incomprensioni che hanno caratterizzato queste ultime settimane dell’esecutivo. Lega e Forza Italia temono che i prossimi appuntamenti elettorali, in particolare quello della regione Lombardia, possano fargli perdere ulteriore terreno nei confronti di Fratelli d’Italia, per questo motivo sono in fibrillazione, ma finora Giorgia ha saputo rimetterli “al loro posto”.
In primis la questione costo dei carburanti, sulla quale la premier è pesantemente scivolata non rinnovando il taglio delle accise promosso dal Governo Draghi nonostante le promesse elettorali, e sulla quale le frange di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi pensavano di riuscire a indebolire la sua figura. Qualora FdI dovesse nuovamente sovrastarli in termini di consenso, il rischio per i due infatti è molto alto: il leader del Carroccio si gioca la poltrona di segretario, a cui diversi dirigenti interni mirano dopo il tracollo elettorale delle elezioni politiche; per Forza Italia in gioco c’è addirittura la sopravvivenza stessa del partito, lacerato dalla scarsa presenza del Cavaliere dovuta all’età e ai suoi numerosi problemi di salute, ma anche dal fuggi fuggi dei principali esponenti contesi da Azione e dagli stessi FdI e Lega.
“Parliamoci chiaro, Salvini e Berlusconi sono due leader al capolinea e hanno di fronte un presidente del Consiglio che non accetta compromessi – afferma una fonte interna di palazzo Chigi al Corriere della Sera -. Che ha dettato le regole di ingaggio sin dai primi giorni della formazione del governo, tutto il resto è noia. Quello che abbiamo visto in questi giorni si chiama chiacchiericcio, magari pre elettorale, ma anche autolesionistico, visto che in Lombardia doppieremo la Lega e nel Lazio Forza Italia è data al 4%. Certo se un tentativo di logoramento, velleitario, si trasformasse in atto parlamentare sarebbe un’altra cosa, ma non succederà, non conviene a nessuno“.
Insomma la premier non permetterà che si metta in crisi l’azione dell’Esecutivo perché “alla Meloni non c’è alternativa“, Lega e Forza Italia devono metterselo chiaro in testa anche nonostante il disappunto su alcuni punti dell’agenda di governo, ovvero per il Carroccio quello dell’Autonomia mentre per FI è la Giustizia, su cui i parlamentari azzurri speravano di poter mettere in atto una riforma di cui discutono da molto tempo.
La presidente del Consiglio si è fatta sentire molto chiaramente ieri, lo ha fatto in pubblico durante la kermesse milanese di Fratelli d’Italia in vista delle elezioni in Lombardia: “Ora è tempo di programmare e realizzare molte cose, i risultati si vedranno alla fine. L’orizzonte è il nostro tema di forza. Mi interessa sapere i dati economici, della natalità, della produttività tra 5 anni. Spero e sono certa che avremo questi cinque anni, malgrado l’opposizione e non solo“. Il messaggio è dunque che non si muoverà da palazzo Chigi fino alla fine del mandato e non concederà spazio a chi vorrà mettere in discussione questa cosa, soprattutto a chi fa parte del Centrodestra.