Sul tema delle accise si gioca una partita politica importante, di quelle che possono intaccare il consenso di una maggioranza.
Ne è consapevole Giorgia Meloni, che però difende la sua scelta di non rinnovare lo “sconto” introdotto dal governo Draghi per calmierare il prezzo dei carburanti, adesso tornato a crescere vertiginosamente. Una scelta che ha provocato qualche malumore anche nel fronte interno, tra gli alleati di governo.
«Per tagliare le accise — si tratta di una spesa di 10 miliardi — non avremmo potuto aumentare il fondo sulla sanità, la platea delle famiglie per calmierare le bollette domestiche, aumentare l’assegno unico per i figli, creare un “carrello-spesa”, finanziare la decontribuzione per i nuovi assunti, il fondo per i crediti delle Pmi. Queste sono misure di giustizia sociale». Così spiega Meloni, difendendo l’operato del governo. Mentre invece tagliare le accise avrebbe «aiutato tutti indifferentemente» e più di tutti i ricchi.
Ma Meloni deve difendersi anche dagli attacchi dell’opposizione, che la accusa di aver mento in campagna elettorale promettendo il taglio di Iva e accise. Oltretutto negando adesso di averlo mai fatto.
Meloni: contro di me una«campagna mediatica ben costruita»
Così ieri il premier verso mezzogiorno ha deciso di postare sui social una puntata “speciale” degli «Appunti di Giorgia», tutta incentrata sul tema del caro carburante. Lo ha fatto con un tono acceso, per non dire irritato, controbattendo alle accuse di quella che definisce una «campagna mediatica ben costruita».
In primo luogo Meloni ha preso di mira l’uso che viene fatto di un suo vecchio video del 2019 dove bollava come «una vergogna» le accise sulla benzina e chiedeva che venissero «progressivamente abolite». Ma in più di tre anni, obietta la premier. «il mondo è cambiato. Non sono incoerente e in questa campagna elettorale non ho promesso che avrei tagliato le accise sulla benzina. Penso ancora che sia giusto il taglio delle accise, ma si fanno i conti con la realtà e purtroppo stiamo affrontando una situazione emergenziale che ci impone di fare alcune scelte».
Le polemiche sul programma di FdI
Poco dopo però ha cominciato a circolare uno stralcio del programma elettorale di Fratelli d’Italia per le scorse elezioni politiche. Un programma che invocava (punto 17) la «sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise». Altra polemica dunque da parte delle opposizioni con Letta, Conte e Calenda in prima linea a rinfacciare a Meloni falsità, mistificazioni e menzogne sul tema delle accise.
Questa volta la risposta è arrivata per iscritto. «Alcuni esponenti dell’opposizione fanno notare che nel programma di FdI era presente, tra i punti, una voce sulla sterilizzazione delle entrate dello Stato su energia e carburanti, con un’automatica “riduzione di Iva e accise”». Verissimo, ma «significa che se hai maggiori entrate dall’aumento dei prezzi del carburante le utilizzi per abbassare le tasse. Ma noi non avevamo maggiori entrate, ovviamente. Quindi si tratta di un impegno molto diverso dal “taglieremo le accise”».
Meloni conclude l botta e risposta difendendo le misure adottate dal governo (controlli su possibili speculazioni, tetto al prezzo del carburante in autostrada, obblighi di trasparenza come esporre il prezzo medio in ogni distributore). Poi afferma di essere «fortemente speranzosa della possibilità che prima o poi riusciremo a fare un taglio strutturale». Un taglio che però presuppone «una situazione diversa, di rimettere in moto la crescita economica di questa nazione». Ad ogni modo, termina con una stoccata finale il premier, adesso il prezzo medio della benzina (che si aggira attorno a 1,8 euro) non è distante, anzi è perfino inferiore — ricorda Meloni dati alla mano — a quello di anni ma anche di qualche mese fa: «Perché allora nessuno diceva niente?».