Aerei in tilt negli Stati Uniti, a provocare il grave blocco informatico è stato un ingegnere. “Errore umano in buona fede”, spiegano fonti interne. Ma la FAA parla anche di scarsi finanziamenti da parte del governo.
Giornata nera, quella di ieri, per il traffico aereo americano. Sono stati circa 10.103 i voli interni, in entrata o in uscita dagli Stati Uniti che hanno subito fortissimi ritardi, mentre a finire cancellati sono stati ben 1.343 voli addirittura. Il tutto a causa di un blocco al sistema di invio dei Notam, ovvero i bollettini che permetto ai piloti di avere informazioni sulla situazione nei vari aeroporti e negli spazi aerei.
Il blocco è durato circa 12 ore, con le autorità che stanno già indagando per cercare di risalire a quanto realmente accaduto. Per cercare di tamponare la situazione, evitando dunque ulteriori annullamenti e ritardi dei voli, la FAA ha in seguito deciso di far partire i voli notturni trasmettendo i bollettini via telefono, fino a che la situazione non è stata del tutto ripristinata.
“Errore umano in buona fede”, ma la FAA parla anche di scarsi finanziamenti
“La FAA sta proseguendo con una revisione approfondita per determinare la causa principale dell’interruzione del sistema Notam (Notam). Il nostro lavoro preliminare ha fatto risalire l’interruzione a un file di database danneggiato. Al momento, non ci sono prove di un attacco informatico. La FAA sta lavorando accuratamente per individuare ulteriormente le cause di questo problema, e adottare tutte le misure necessarie per evitare che questo tipo di interruzione possa ripetersi”, si legge nella nota ufficiale dell’agenzia del Dipartimento dei Trasporti statunitense che regola il trasporto aereo.
Indagini interne, queste, che pare abbiano già identificato il presunto responsabile di un simile incidente. Potrebbe trattarsi di un errore umano, secondo quanto emerso nelle scorse ore: un errore da attribuire a un ingegnere impegnato durante una delle fasi di manutenzione ordinaria dei sistemi. Secondo quanto spiegato dal quotidiano online ABC, infatti, l’esperto informatico avrebbe “sostituito un file, presente nel database, con un altro” senza però accorgersi dello sbaglio.
Nessuno attacco hacker, dunque, ma un errore umano che ha portato alla cancellazione di numerosi voli, così come al ritardo di tantissimi altri, provocando al contempo non pochi problemi nemmeno dal punto di vista economico. “È stato un errore in buona fede che è costato al Paese milioni di dollari“, avrebbe infatti spiegato un funzionario governativo. Si tratta, comunque, di un ipotesi che deve ancora essere accertata. Va inoltre sottolineato che non si tratta della prima volta in cui il sistema informatico – ormai datato – della FAA vada in tilt o soffra di qualche malfunzionamento. Tuttavia, è il primo caso (dopo decenni) che vede coinvolto tutto il sistema informatico nazionale. Una situazione che trova le sue radici anche sui pochi finanziamenti che l’agenzia statunitense dichiara di ricevere dal Congresso americano.