Dopo la morte del papa emerito Benedetto XVI le dichiarazioni del suo segretario particolare, che sono sembrate tirare direttamente in causa Francesco, hanno sollevato polemiche.
Lunedì il papa e il prefetto della Casa pontificia hanno avuto un incontro. Poco o nulla è trapelato sui suoi contenuti, ma alcuni commentatori hanno provato a fare alcune ipotesi.
Sono diverse le ipotesi che circolano in queste ore sulle tensioni innescate dalle ultime esternazioni di padre Georg Gänswein, lo storico segretario personale di Benedetto XVI.
Attorno alle sue dichiarazioni dopo la morte del papa emerito si è sollevato un polverone per quelle che sono state interpretate come accuse dirette a papa Francesco. Il quale durante l’omelia di domenica ha parlato del chiacchiericcio definendolo “un’arma letale” che “uccide, uccide l’amore, uccide la società, uccide la fratellanza”. Un tema consueto nel magistero di papa Bergoglio, che però in questo contesto avvelenato assume colori, toni e significati su cui la stampa è maestra di speculazione.
Sta di fatto che l’altro ieri, il 9 gennaio papa Francesco ha avuto un incontro con l’arcivescovo che parlando di sé stesso ha detto di essersi sentito un “prefetto dimezzato” quando gli fu chiesto di occuparsi solamente di Benedetto XVI.
Cosa potrebbero essersi detti Francesco e Gänsewein
Indiscrezioni sull’incontro non sono trapelate, anche se c’è chi ipotizza un “richiamo all’ordine” e un invito al silenzio stampa per rispetto del defunto Benedetto XVI, in un momento delicato per la Chiesa.
Secondo altri mons. Gänsewein avrebbe chiesto di essere valorizzato dopo anni di fedele servizio esprimendo il desiderio di poter diventare Nunzio Apostolico in un Paese dell’Est. Una richiesta che papa Francesco avrebbe per il momento tenuto in sospeso rimandando ogni decisione.
Il Papa sembra però intenzionato a non prendere alla leggera quanto accaduto. Il timore è che questo atteggiamento possa diventare una sorta di prassi per ottenere riconoscimenti o promozioni passando per la destabilizzazione del ruolo del pontefice. Tanto più che Padre Gänswein non è un semplice prelato ma una figura istituzionale di spicco, che ha guidato un settore della curia romana. Con tutto quel che questo comporta in termini di equilibri interni all’organismo ecclesiale. In altre parole, lasciar correre potrebbe mettere in pericolo la tenuta istituzionale della Santa Sede.
Da qui, secondo alcuni commentatori, una sorta di muro innalzato da papa Francesco che potrebbe portare anche ad azioni molto dure nei confronti del prefetto della Casa Pontificia.