I prezzi alle pompe di benzina non arrestano la corsa al rialzo. Il governo interviene con un decreto legge ad hoc approvato in Cdm.
Tra le nuove norme un tetto al prezzo degli aumenti dei prezzi in autostrada e obblighi sulla trasparenza dei prezzi per gli esercenti.
La corsa al rialzo di benzina e gasolio non si arresta. E il boom alle pompe di benzina spinge l’esecutivo a adottare un decreto ad hoc. Col nuovo decreto in arrivo il governo stabilisce che il monitoraggio dei prezzi passa da settimanale e giornaliero. Introdotto anche l’obbligo, per i gestori, di esporre il prezzo medio nazionale a fianco di quello di vendita, così che l’automobilista possa valutare la differenza.
Il governo Meloni ha preso questa decisione dopo che i prezzi hanno continuato ad aumentare anche ieri, fino a superare i 2,4 euro al litro per il gasolio in modalità servito in autostrada. Addirittura sull’A14 si è arrivati oltre i 2,5 euro. Rialzi vertiginosi anche per la benzina, arrivata a costare 2,369 euro al litro sulla A1.
I rincari sono stati denunciati dal Codacons, che sta monitorando l’andamento dei prezzi e ha presentato un esposto all’Antitrust. Per questa ragione, tra gli altri provvedimenti decisi dal Consiglio dei ministri, è compreso anche un tetto ai rincari in autostrada. C’è poi l’obbligo per gli esercenti di esporre i cartelli dei prezzi (con sanzioni prevista in caso di violazione e anche la sospensione in caso di recidiva).
Un tetto agli aumenti
Il tetto agli aumenti verrà fissato con una norma: il decreto approvato dal Cdm prevede che in autostrada gli esercenti debbano applicare prezzi non superiori a una percentuale del prezzo medio giornaliero. A determinare la percentuale sarà una norma ad hoc. Inoltre verrà rafforzata la collaborazione con la Guarda di Finanza per effettuare più controlli. Sarà istituita anche, all’interno dell’Antitrust (che sta stringendo sui controlli), una Commissione di allerta rapida sui prezzi dei carburanti.
Il governo targato Meloni vuole affrontare rapidamente l’emergenza del caro carburante, sul quale pesa la decisione dell’esecutivo di non rinnovare il taglio di 18,3 centesimi al litro sulle tasse sul carburante (le accise) deciso dal governo guidato da Mario Draghi dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Da marzo lo “sconto” sulle accise è costato 1 miliardo di euro al mese alle casse dello Stato.
Su proposta del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti il Cdm ha anche dato il via libera a un decreto per rinnovare – nel primo trimestre di quest’anno – i buoni benzina per un massimo di 200 euro per lavoratore dipendente.