La situazione a Brasilia appare sotto controllo ma ci sono ancora molti manifestanti pro-Bolsonaro nelle strade. La polizia ha avviato una lunga serie di arresti, il presidente Lula ha ricevuto la solidarietà dei principali leader mondiali.
E’ partita una vera e propria caccia ai persone responsabili dei disordini avvenuti in queste ore nella capitale del Brasile, che ha portato all’arresto di 1200 partecipanti che si trovavano in un accampamento davanti al quartier generale dell’esercito a Brasilia.
Secondo le forse dell’ordine sono gli arrestati sono coinvolti nell’assalto al Parlamento nazionale, partito per cercare di rovesciare il governo presieduto da Luiz Inacio Lula da Silva, ritornato a capo del Paese dopo la vittoria elettorale contro il presidente uscente Jair Bolsonaro. Ci sono stati anche degli scontri in cui almeno 46 persone sono rimaste ferite
Lula ha definito i responsabili “terroristi” e chiesto la rimozione del governatore del distretto federale di Brasialia, Ibaneis Rocha, a causa della sua “condotta ingannevolmente omissiva [..] che non solo ha rilasciato dichiarazioni pubbliche difendendo una falsa ‘manifestazione politica libera a Brasilia’ – anche se tutte le reti sapevano che sarebbero stati compiuti attacchi alle istituzioni e ai loro membri – ma ha anche ignorato tutti gli appelli delle autorità a realizzare un piano di sicurezza analogo a quelli attuati negli ultimi due anni il 7 settembre, in particolare, con il divieto ai criminali terroristi di entrare nella spianata dei Ministeri, avendo rilasciato un ampio accesso“.
La situazione però sembra lontana dal placarsi, infatti diverse strade e autostrade risultano ancora bloccate dai sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro, il quale attualmente risulta in Florida. A molti le immagini giunte da Brasilia hanno ricordato quanto accaduto due anni fa a Capitol Hill dopo l’elezione di Joe Biden alla Casa Bianca, con i sostenitori di Donald Trump che hanno fatto irruzione nel Campidoglio fomentati proprio dal presidente uscente. Ma Bolsonaro respinge le accuse di aver orchestrato le violenze. “Io rispetto la democrazia e condanno quello che è successo” ha dichiarato l’ex-presidente del Brasile.
I LEADER MONDIALI CON LULA
Da tutto il mondo è arrivata la solidarietà nei confronti di Lula e del popolo brasiliano. Joe Biden sostiene che quanto accaduto ieri sia un “assalto alla democrazia e al trasferimento pacifico del potere in Brasile“, assicurando il pieno sostegno di Washington. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha rilasciato un tweet: “Condanno fermamente l’assalto alla democrazia in Brasile. Questa è una grande preoccupazione per tutti noi, i difensori della democrazia. Il mio pieno sostegno al presidente Lula, che è stato eletto liberamente ed equamente“.
Dure reazioni anche da Russia e Cina a favore di Lula. “Condanniamo con la massima fermezza le azioni degli istigatori delle rivolte e sosteniamo pienamente il presidente brasiliano Lula da Silva”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. E da Pechino il portavoce Wang Wenbin ha detto: “La Cina segue da vicino e si oppone fermamente al violento attacco alle autorità federali in Brasile dell’8 gennaio“.