Una banda di ladri profanatori ha diseppellito una bara al cimitero per impossessarsi dei gioielli in oro contenuti al suo interno.
Si tratta di un fenomeno tristemente noto nella Capitale, dove negli anni scorsi si sono già verificati episodi analoghi. A entrare in azione, alcuni anni fa, era stata una banda specializzata in questo genere di furti sacrileghi.
Profanata e razziata una tomba al cimitero di Prima Porta a Roma. I ladri si sono portati via un bottino considerevole: cinque chili d’oro, tra monili e gioielli di famiglia. Adesso i carabinieri del gruppo Cassia sono all’opera per indagare sul furto avvenuto nella tomba di una donna originaria della Bosnia, deceduta nel 2020.
Stando a ciò che si è saputo, i ladri avrebbero esumato la cassa. Dopo l’avrebbero aperta da un lato e si sarebbero messi a trafugare tutto quello che i parenti della defunta avevano messo al suo interno.
L’ipotesi di una faida familiare all’origine del furto nella tomba
Come riferisce oggi il Messaggero, l’indagine si è estesa al Nord Italia, dove vive un membro della famiglia. Una prima ipotesi porta in direzione di una possibile faida familiare. Ma al momento si tratta più di sospetti che di una vera e propria pista investigativa.
Il furto con profanazione si sarebbero verificato lo scorso 4 giugno. La pratica di seppellire i defunti insieme ai loro oggetti preziosi è un’usanza piuttosto comune all’interno della comunità rom. E i malviventi, molto probabilmente se non certamente, hanno agito a colpo sicuro.
Il precedente della banda di ladri di tombe del cimitero Flaminio
Sono in corso accertamenti anche sulla refurtiva. I familiari della donna stanno cercando di ricostruire la lista dei gioielli collocati nel loculo dell’anziana morta, e adesso finiti nelle mai dei ladri.
Non si tratta della prima volta che avvengono furti come questo. Tra 2018 e 2019 le forze dell’ordine fermarono una banda che si era specializzata in furti nelle tombe. La banda però agiva al cimitero Flaminio.
In questi casi i malviventi adottano un modus operandi spesso al limite della perfezione. Non soltanto trafugano oggetti di valore dall’interno delle tombe, ma dopo il furto provvedono a sigillarle. In modo da non insospettire i familiari della persona defunta.