Questa settimana davanti a una corte gallese è apparso un uomo che ha volontariamente lasciato la figlioletta a casa.
Pensando di monitorarla grazie alla telecamera di Alexa, connettendosi a lei col telefono cellulare mentre era in giro a bere con la nuova partner, che ha pure tentato di strangolare.
Difficile fare peggio del papà gallese di 27 anni uscito con la sua nuova “fiamma” dopo aver lasciato a casa la figlia di appena 5 anni. Affidandola non a una baby sitter in carne e ossa, ma a un’assistente virtuale. Sì, perché il giovane padre ha pensato bene di affidare la piccola ad Alexa prima di andare all’appuntamento galante.
Ma non è finita qui, perché al termine della serata passata a girare per i pub ha anche tentato di strangolare la donna con cui era uscito. Perciò, oltre all’arresto per tentato omicidio, adesso il 27enne – il cui nome non è stato reso pubblico per ragioni legali – dovrà scontare una condanna anche per abbandono di minore.
Il fatto è emerso successivamente alle indagini per l’aggressione ai danni della donna. Gli investigatori hanno scoperto così che l’uomo aveva lasciato la figlia nelle “mani” dell’assistente virtuale di Amazon mentre lui era impegnato a bere in giro per i pub.
Condannato dal giudice per abbandono di minore
L’uomo, di Builth Wells (contea di Powys), ha messo la figlia di 5 anni a dormire a letto. Dopodiché verso le otto di sera di sabato 13 agosto è uscito per andare a bere con la sua nuova partner. Contemporaneamente faceva da “babysitter” alla figlioletta monitorandola attraverso l’app Alexa sul cellulare. Il 27enne ha cercato di giustificarsi davanti ai magistrati della corte di Llandrindod Wells: «L’ho lasciata da sola tanto la potevo guardare sul telefonino».
Con la donna che ha cercato di ammazzare si erano conosciuti da circa sette mesi e quella sera – che risale come detto allo scorso 13 agosto – erano andati a bere a Builth. Messo alle strette, l’uomo ha dovuto ammettere entrambe le accuse quando mercoledì scorso, 4 gennaio, è apparso davanti alla corte. Dinanzi ai giudici si è riconosciuto colpevole di aver cercato di strangolare la donna e di aver abbandonato la figlia.
Decisiva per incastrare l’uomo è stata la testimonianza di una vicina della donna vittima dell’aggressione. La vicina ha raccontato di averla sentita urlare in giardino verso le 2 di notte tra sabato 13 e domenica 14 agosto. E dopo aver visto un uomo che rincorreva la ragazza, ha chiamato la polizia dopo averla sentita gridare ancora: “Stai lontano da me, fuori da casa mia!”.