In diversi alimenti è già presente una piccola quantità di insetti. Come nel caso più conosciuto, quello della cocciniglia.
Ma non è l’unico caso in cui all’interno degli alimenti possiamo trovare la presenza di insetti, anche se in un minimo quantitativo.
Lo chiamano “novel food”: il cibo a base di insetti. Una realtà in Paesi come Thailandia, India e Corea, dove mangiare insetti è una pratica da tempo diffusa e accettata. Ben diverso il caso del nostro Paese dove anche di recente il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio ha polemizzato con l’attrice Nicole Kidman per una sua foto dove mangiava appunto “novel food”. «Meglio la bistecca fiorentina che quella porcheria», così il commento di Centinaiao.
Eppure anche in Italia sono già diversi gli alimenti che contengono al loro interno – in maniera voluta o come «effetto collaterale» della produzione alimentare – una certa quantità di insetti. Come spiega Money.it. con “novel food” si intendono i «nuovi alimenti» o «nuovi ingredienti alimentari» disciplinati dalla legislazione alimentare europea col Regolamento (CE) 258/97. Ad esempio le tarme della farina e la locusta migratoria. E dal 3 gennaio 2023 l’Unione europea ha dato l’autorizzazione a immettere sul mercato della polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (cioè il grillo domestico).
Per cui il consumo di questo alimento – anche se all’interno delle strette regolamentazioni imposte dalla normativa vigente – risulterà perfettamente legale.
Non c’è soltanto Alchermes: la cocciniglia nei prodotti alimentari italiani
Il grillo domestico non sarà però il primo insetto a finire sulle nostre tavole. Per esempio nel famoso liquore Alchermes si ricorda la presenza della cocciniglia, oggi sostituita artificialmente con coloranti sintetici cruelty free come l’E122, l’E132 e l’E124.
Ma non sempre è così. Quando in cibi come caramelle, yogurt alla fragola, succhi di frutta, bitter al rosso intenso si accompagna la dicitura E120 è praticamente certo che stiamo ingerendo anche un colorante naturale che deriva dall’essicazione al sole delle cocciniglie. Un componente che non è vietato e che ha come sola controindicazione per la salute possibili reazioni allergiche in chi è particolarmente sensibile ai coloranti.
Insetti finiti “per caso” negli alimenti
Ci sono poi gli insetti finiti casualmente nei cibi. Frammenti piccolissimi in cibi tipo farine, passate di pomodoro, succhi di frutta, marmellate. La legge italiana tollera infatti una piccola percentuale di contaminanti alimentari comuni. Come appunto gli insetti.
Secondo uno studio di qualche anno fa dell’Università di Milano in media ogni anno consumiamo inconsapevolmente circa 500 grammi di insetti. E sempre secondo lo stesso studio, per fare un esempio pratico, in un bicchiere di aranciata possono esserci fino a 5 moscerini. Non un errore, ma un margine di impurità concesso dalle normative in vigore per identificare una bevanda “bevibile”.