Mondo del calcio in lutto per la morte dell’ex campione di Samp, Juve e Nazionale. Cinque anni fa la scoperta del tumore al pancreas.
Una morte che segue a quella del suo vecchio amico e compagno dei tempi della Sampdoria, Sinisa Mihailovic, scomparso pochi giorni fa per la leucemia.
È morto a 58 anni Gianluca Vialli, stroncato dal tumore al pancreas che gli era stato diagnosticato cinque anni fa. Le sue condizioni si erano aggravate rendendo necessario il ricovero in una clinica di Londra.
Un periodo decisamente brutto per i tifosi e gli amanti del pallone, che ha visto morire per la leucemia anche un altro grande campione, Sinisa Mihailovic.
Nato a Cremona il 9 luglio 1964, Gianluca Vialli è stato uno dei più grandi calciatori italiani di sempre prima di vincere, assieme all’amico di sempre Roberto Mancini, l’Europeo 2020 come dirigente della Nazionale.
Calcisticamente Gianluca Vialli muove i suoi primi passi nel Pizzeghettone. Da qui passa alla Cremonese, la squadra che lo fa esordire tra i professionisti dove si segnala subito come uno dei migliori centravanti di quegli anni per il mix di tecnica, velocità e potenza che hanno sempre accompagnato il suo percorso come calciatore. La parte migliore della sua carriera è quella trascorsa con la maglia della Sampdoria, dove forma con Roberto Mancini una coppia formidabile presto ribattezzata i “gemelli del gol”. I due fanno tandem anche nella vita, stringendo un’amicizia fraterna e portando la Samp a vincere uno storico scudetto nel 1990-91, sfiorando anche l’impresa nella finale di Coppa Campione perduta di misura l’anno dopo a Wembley col Barcellona.
Dopo l’addio alla Samp – con la quale vince anche quattro Coppe Italia e una Coppa delle Coppe – passa alla Juventus dove colleziona altri trionfi: una Coppa Uefa, una Champions League e un altro scudetto. Infine va a chiudere la carriera al Chelsea, con un finale impreziosito da 40 gol in 78 presenze e da altri trofei. A Londra conosce anche Cathryn, che sposa nel 2003 e con la quale avrà due figlie. Più avara di soddisfazioni la sua avventura in Nazionale, dove comunque arriva terzo al Mondiale casalingo di Italia ’90.
Dopo una breve parentesi come allenatore, passa alla carriera da dirigente. Nel novembre 2019 entra nei ranghi della FIGC come capo delegazione della nazionale italiana. L’anno dopo si laurea campione d’Europa, come parte dello staff dell’amico Roberto Mancini, diventato tecnico della squadra nazionale italiana.
Fuori dal campo di gioco Gianluca Vialli era presto entrato a fare parte del mondo della televisione, nel ruolo di opinionista televisivo nelle trasmissioni sportive. Nel 2017 arriva la notizia più brutta: quella della malattia, un tumore al pancreas, che il campione aveva definito “un compagno di viaggio indesiderato”, “un compagno di viaggio che avrei evitato volentieri”. Una sofferenza che Vialli ha sempre affrontato con determinazione e coraggio ma senza assumere pose da “duro”, mai nascondendo la paura della morte, anzi raccontando come la malattia avesse cambiato il suo modo di guardare alla vita e alla famiglia.
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