Una Rsa su quattro in Italia è irregolare: le indagini dei carabinieri

Gravi carenze igieniche, strutture sovraffollate, addirittura mancanza di licenza. I controlli effettuati dai carabinieri durante le festività natalizie ci fanno capire come le strutture di ospitalità in Italia siano in condizioni pessime. 

In Italia una Rsa su quattro non rispetta gli standard di legge. E’ quanto emerge dai controlli recentemente effettuati dai Carabinieri dei Nas durante il periodo delle vacanze invernali su 607 strutture sparse su tutto il territorio nazionale che si occupa di accoglienza per le persone anziane. Ben 152 di esse hanno riportato carenze in termini sanitari oltre a varie irregolarità, un dato preoccupante su cui riflettere per maggiori controlli.

Sei degli alloggi posti sotto osservazione sono risultati addirittura abusivi, totalmente inadeguati in termini strutturali o con un numero di ospiti maggiore rispetto alle loro capacità, senza contare la presenza di farmaci scaduti o di alimenti mal conservati e per questo motivo ne è stata disposta la chiusura. Sono anche state messe multe per 167mila euro, con 27 persone denunciate per violazioni penali e 133 per illeciti amministrativi.

Tra le strutture poste sotto sequestro ce n’è una a Reggio Calabria per disabili mentali che è risultata priva di autorizzazione nonché dei requisiti minimi, una in provincia di Campobasso per gravi carenze strutturali e ospitante un numero di anziani in eccesso rispetto a quanto autorizzato, una in provincia di Potenza dove è stata riscontrata la mancanza di requisiti autorizzativi, strutturali, organizzativi e funzionali, e una a Siracusa priva della prevista iscrizione all’albo comunale.

Serve una svolta, parliamo di un settore che, ed è bene continuare a ribadirlo, svolge quotidianamente un ruolo cruciale nella presa in carico dei cittadini anziani e con fragilità, spesso sostituendosi allo Stato” afferma Luca Pallavicini, presidente di Confcommercio Salute, Sanità e Cura. “I punti su cui insistere, che vogliamo nuovamente sottoporre all’attenzione delle istituzioni locali e nazionali, oltre al lavoro sulle regole dell’accreditamento sono: controlli severi, formazione e valorizzazione del personale, tutela di chi investe in qualità e sicurezza“.

Per Pallavicini è necessario “punire ed emarginare chi inquina il settore deve essere tra le priorità degli stessi operatori e passa da controlli e sanzioni ma anche dall’attivazione, fin qui mai realmente pianificata, di un lavoro sinergico tra aziende e istituzioni volto a stimolare una volta per tutte una vera e profonda analisi strutturale del settore dalla revisione dei fondi sulla non autosufficienza, sottolineando l’importanza di adeguare le strutture sui temi della formazione, dell’accreditamento e della qualità delle prestazioni. Una svolta necessaria e urgente”. 

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