Il vigliante ha prima sparato alla ragazza, per poi rivolgere l’arma contro di sé togliendosi la vita. Da tempo i rapporti tra i due erano tesi.
I due sono stati trovati senza vita all’interno dell’appartamento dove vivevano. A dare l’allarme è stata la sorella della guardia giurata. In mano l’uomo aveva ancora l’arma di servizio.
Omicidio-suicidio a Genova, dove la guardia giurata Andrea Incorvaia, 32 anni, ha ucciso la fidanzata Giulia Donato di 24. Dopodiché si è ucciso sparandosi. La tragedia è avvenuta nella notte tra martedì e mercoledì nel quartiere di Pontedecimo del capoluogo ligure.
I medici del 118 sono intervenuti nell’appartamento di via Anfossi 22. Con loro anche le volanti, la squadra mobile che ha avviato le indagini, il sostituto procuratore Francesca Rombolà e il medico legale.
Un rapporto ormai incrinato
Stando alle prime ricostruzioni l’uomo avrebbe ucciso la fidanzata quando era a letto, mentre stava dormendo. Poi con l’arma di sarebbe tolto la vita. I corpi senza vita sono stati trovati dalla sorella della guardia giurata, che si era recata a casa della fidanzata perché dalla sera prima non aveva più avuto notizie del fratello.
Era al corrente del fatto che i due erano in procinto di lasciarsi, con le liti che si erano fatte sempre più frequenti. Da mesi il rapporto della coppia – che da circa un anno stava assieme – era compromesso. Per questo pare che la 24enne avesse deciso di dare un taglio alla relazione. Attualmente non risultano denunce o segnalazioni precedenti alle forze dell’ordine da parte della ragazza.
Resta ancora tutto da ricostruire cosa sia successo nell’appartamento del quartiere di Pontedecimo, dove nel pomeriggio di ieri sono stati ritrovati i corpi privi di vita dei due.
Le ipotesi sul delitto
Il corpo di Giulia è stato trovato a letto. A poca distanza, sul pavimento della camera da letto, si trovava quello del suo omicida, che impugnava ancora la pistola d’ordinanza impiegata per l’omicidio-suicidio. Tra le ipotesi degli investigatori della Omicidi della Squadra Mobile di Genova c’è anche quella secondo cui la ragazza possa essere stata uccisa nel sonno e che dopo il 32enne abbia rivolto contro di sé l’arma con quale ha esploso il colpo che ha messo fine alla sua vita.
Nessuno dei vicini sentiti ieri in serata dagli inquirenti ha detto di aver udito rumori sospetti o delle urla provenienti dall’appartamento (non distante dalla ferrovia). Appare dunque probabile che l’omicidio-suicidio s sia consumato nella notte di martedì o all’alba di mercoledì.