Con la scadenza dello “sconto” sulle accise aumentano i prezzi alle pompe di benzina. E per la prima volta il fronte delle opposizioni sembra compattarsi.
Scade lo “sconto” sulle accise e aumentano i prezzi sulla benzina. Un fatto che non ha soltanto ricadute economiche (sulle tasche dei cittadini) ma anche politiche, con un’opposizione che almeno per il momento riesce a compattarsi. E che, forse per la prima volta dopo la nascita del governo targato Meloni, riesce a parlare con un’unica voce.
Si leva infatti un coro unanime che unisce Pd, Terzo Polo, M5S, Alleanza Verdi e Sinistra per tuonare contro quella che viene chiamata la “maxi stangata del governo”.
Dal Nazareno è Simona Malpezzi, capogruppo dem al Senato, a puntare il dito contro un esecutivo che, mentre gli italiani si preparano a stringere la cinghia davanti al caro prezzi, sembra avere tutt’altre urgenze. “Il governo parla di presidenzialismo e autonomia”, spiega Malpezzi. “Una distrazione di massa necessaria per la maggioranza guidata da Giorgia Meloni responsabile di questo inizio d’anno di rincari”.
Affonda il colpo, su Twitter, anche Stefano Bonaccini, uno dei candidati alla segreteria del Partito democratico: “Benzina, Rc auto, bus: maxi stangata! Ma non avevano detto, scritto, urlato, promesso che avrebbero evitato tutto questo? Destra davvero coerente”.
Gli fa eco Elly Schlein, che rinfaccia al governo: “Avevamo chiesto una proroga per rendere gli abbonamenti per bus, tram e metro meno costosi per le famiglie a medio e basso reddito, ma il governo non ci ha ascoltati“. “Anzi”, incalza la deputata, “da gennaio aumenteranno i prezzi del trasporto pubblico, dei pedaggi autostradali, delle bollette e dei mutui. Aumenti indiscriminati che peseranno di più su chi è in difficoltà. Pensionate e pensionati, giovani, lavoratori e lavoratrici che il governo non ha tutelato in questa manovra. Giorgia Meloni ha fatto proprio come Robin Hood, ma al contrario”.
Opposizioni unite all’attacco del governo
Si fa sentire anche il Movimento 5 Stelle, per bocca dei capigruppo di Camera e Senato, che denunciano il “frutto avvelenato delle scelte del governo” che, spiegano Francesco Silvestri e Barbara Floridia, vanno a colpire “soprattutto i cittadini più fragili ed il ceto medio, che si conferma l’obiettivo maggiormente preso di mira dalle politiche forsennate di questo governo”.
Anche Azione e Italia Viva non lesinano critiche all’esecutivo, col capogruppo alla Camera Matteo Richetti a chiedersi “come Meloni intende coltivare il patriottismo di cui si riempie la bocca senza un soldo su giovani, sanità e università. Al terzo giorno dell’anno contiamo solo accise sui carburanti aumentate, pedaggi autostradali più alti e quota 103. Non è un Governo per giovani”, finisce Richetti parafrasando un famoso libro dello scrittore americano Cormac Mc Carthy.
Il leader di Italia Viva Matteo Renzi si serve di un video girato in auto per sottolineare che “il governo doveva fare grandi novità e ha iniziato aumentando benzina, pedaggi e sigaretta. Poi dicono che la pacchia è finita. Forse la pacchia è finita per gli automobilisti. Buon anno a tutti e occhio al portafoglio: c’è il governo Meloni”.
Infine, arrivano colpi al governo anche da Alleanza Verdi e Sinistra che si scagliano contro la “tripletta” del governo: “I prezzi della benzina torneranno a salire, come i pedaggi autostradali e i prezzi dei biglietti di autobus e metro. Una tripletta che peserà sui bilanci familiari, una vera e propria stangata per le famiglie”, dichiara il senatore Tino Magni.