Economia globale, le stime FMI: che anno sarà quello che ci aspetta

Che anno sarà il 2023  per l’economia globale? Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale non ispirano ottimismo.

Per l’istituto con sede a Washington bisognerà guardare con molta attenzione a quello che succederà in America, Europa e Asia.

Che anno sarà per l’economia quello che si è appena aperto? Per il Fondo Monetario Internazionale sembrano esserci pochi dubbi: il 2023 sarà l’anno della recessione, almeno secondo quanto dicono le stime FMI del primo gennaio.

Il prossimo anno sarà molto difficile per gran parte dell’economia globale. Questo perché i tre principali “motori” economici che fanno da traino alla crescita globale – ovvero Usa, Europa e Cina – assisteranno a un infiacchimento della loro attività.

È una certezza per Kristalina Georgieva, direttrice del FMI: il 2023 “sarà più duro dell’anno che ci lasciamo alle spalle”, ha affermato. La attenzioni del Fondo Monetario si concentrano sulla Cina e sull’andamento della politica monetaria della Federal Reserve negli Stati Uniti.

Lo spettro della recessione per il 2023

Kristalina Georgieva, direttrice del Fodo Monetario Internazionale – Meteoweek

Cosa aspetta dietro l’angolo all’economia globale? Niente di buono, visto che i motori di Usa, Ue e Cina si stanno tutti raffreddando, rallentando in contemporanea, ha sottolineato Georgieva. La direttrice del FMI ha spiegato: “Prevediamo che un terzo dell’economia mondiale e metà dell’Unione europea saranno in recessione.”

A ottobre il FMI ha tagliato le sue stime di crescita economica globale per il 2023 a causa del prolungarsi della guerra in Ucraina, oltre alla spinta dell’inflazione e ai rialzi dei tassi di interesse da parte delle principali banche centrali. Tutti fattori di incertezza, ha osservato il Fondo Monetario, che incidono in maniera negativa sulla ripresa economica.

Occhi puntati su Cina e Usa

Nel frattempo il panorama è cambiato ancora, con la Cina che ha archiviato la sua politica zero-Covid riaprendo in maniera caotica la sua economia, malgrado la diffidenza dei consumatori e la recrudescenza della pandemia. Dopo 40 anni appare probabile che la Cina cresca a un tasso pari o inferiore a quello della crescita globale.

L’economia americana, ha spiegato la direttrice del FMI, potrebbe scongiurare la recessione che appare destinata a colpire almeno un terzo delle economie del mondo. “Gli Stati Uniti sono i più resilienti… Vediamo che il mercato del lavoro rimane piuttosto forte”, osserva Georgieva. Un fatto che però potrebbe anche ostacolare il tentativo della Fed di combattere l’inflazione per portarla al 2%.

“Questa – ha detto Georgieva – è … una benedizione mista perché se il mercato del lavoro è molto forte, la Fed potrebbe dover mantenere i tassi di interesse alti più a lungo per far scendere l’inflazione”.

Il nuovo anno si presenta dunque con uno scenario dominato dall’incertezza e con gli occhi puntati su Cina e Stati Uniti. Per scrutare se l’economia globale ha qualche possibilità di ripartire o meno.

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