Una sentenza che farà discutere quella del tribunale di Pisa, che ha assoluto un genitore dall’accusa di aver abbandonato il figlio minore.
I giudici hanno trovato fondata la tesi della difesa e hanno assolto l’imputato. Il ragazzo disabile è entrato cinque anni fa nella clinica. E da allora in avanti il legame col padre e la madre si è fatto via via più sporadico.
Per anni hanno lasciato il figlio disabile in una struttura di cura. Senza mai andare a trovarlo una volta. Così dal 2017, per cinque lunghi anni, hanno di fatto abbandonato il figlio – oggi ventenne – nell’istituto di accoglienza Stella Maris, a Fauglia, provincia di Pisa.
Da mesi la madre del giovane disabile si è resa irreperibile, forse ha fatto ritorno in Francia. Mentre il padre, un 48enne a sua volta di origine straniera, si è visto denunciare per il reato di abbandono di minori, riferisce Il Tirreno.
La sentenza del tribunale: nessun abbandono di minore
A giudicare il caso è stato il Tribunale di Pisa. Che ha assolto l’uomo accogliendo la tesi difensiva secondo la quale il comportamento dell’imputato non si configurava come reato di abbandono di minore. Questo perché, a detta dei legali, non lo ha esposto ad alcun pericolo per la sua incolumità personale collocandolo in una casa di cura trasferitasi a Marina di Pisa, dove il ragazzo è stato assistito al meglio dal personale sanitario.
Per anni i due coniugi hanno vissuto a Santa Croce sull’Arno, dove il marito aveva dato avvio a una piccola impresa di edilizia. Poi è giunta la decisione di affidare alla struttura Stella Maris il figlio – quindicenne all’epoca – prima di tornare a trasferirsi in Francia. Da allora in avanti solo qualche chiamata telefonica per avere ragguagli e aggiornamenti sullo stato di salute del figlio disabile e una visita una volta all’anno, quasi forzata, imposta dal centro di cura per non spezzare quel briciolo di legame che sussisteva tra padre, madre e figlio.
La madre del giovane disabile pare essersi completamente eclissata, mentre il padre sembra intrattenesse rapporto un poco più frequente col figlio. Ma comunque insufficiente per stabilire un reale legame affettivo. Una scelta criticabile, censurabile sul piano morale magari. Un comportamento che però, almeno stando all’interpretazione del codice penale fornita dal tribunale pisano, non costituisce alcun reato.