Il cartello provocatorio è apparso fuori dal negozio di Pordenone. Nel messaggio si legge ancora:«Il solo fatto di lavorare il sabato è un problema insormontabile».
Una vera e propria provocazione quella avanzata dalla Cospalat, che ha sospeso l’attività dello spaccio di Valvasone (Pordenone), con un’accusa ben chiara, ossia la non voglia di lavorare.
Nello specifico, all’esterno dello spaccio hanno apposto un cartello che recitava così:«Con grande rammarico ci troviamo obbligati a comunicare che a far data dal 2 gennaio 2023 la Cospalat sospende l’attività nello spaccio di Valvasone per mancanza di personale che abbia un minimo di voglia di lavorare. Ringraziamo la clientela per la fiducia accordataci in questi anni».Tutto questo sarebbe occorso a seguito di una serie di colloqui tenutisi nei giorni addietro, per trovare personale, che non avevano dato frutti.
Le motivazioni
L’azienda ha inoltre argomentato la scelta, spiegandone le ragioni:«La nostra ricerca è di due profili, che possano mandare avanti lo spaccio di Valvasone. Ma sembra che il solo fatto di lavorare il sabato sia un problema insormontabile. Offriamo un lavoro da commesso, le ore settimanali sono 30 o 40, a seconda delle circostanze. Nessun candidato sotto i 30 anni si è presentato, quelli che hanno risposto non sembrano entusiasti, per svariati motivi. Iniziare il turno alle 8 è troppo presto, il sabato non va bene, ci sono troppo spostamenti e via discorrendo.
Per questo abbiamo voluto provocare con quell’annuncio, considerato che per mandare avanti l’attività abbiamo per ora dovuto muovere personale da altre sedi. Dopo quell’annuncio, invece, abbiamo ricevuto subito tre telefonate. Magari i prossimi colloqui andranno meglio…».
Il parere del sindaco
Il cartello affisso ha sollevato una serie di polemiche, tra cui anche quella del primo cittadino del posto, Markus Maurmair, che su Facebook ha definito tale messaggio « molto preoccupante dal punto di vista del rapporto datore di lavoro con i propri dipendenti. Bisognerebbe fornire tutte le informazioni del caso (stipendi garantiti, contesto lavorativo adeguato, come le temperature dei locali, e capacità di gestire il personale…) prima di esternare affermazioni così pesanti».
Il sindaco ha inoltre aggiunto che «da anni l’attività funziona grazie alla buona volontà delle persone che vi lavorano e che hanno affrontato situazioni molto difficili come due rapine a mano armata… credo non si meritino una cosa del genere. Non vorrei fosse una sorta di giustificazione per una chiusura preventiva collegata al fatto che nelle vicinanze aprirà un’altra attività similare…», ha infine chiosato.