Preoccupa l’esplosione dei contagi in Cina e la diffusione di nuove varianti come Gryphon (Xbb). che sta avanzando rapidamente negli Stati Uniti.
E in Italia come siamo messi? Ecco cosa ha detto il professore Giuseppe Remuzzi, esperto dell’Istituto Mario Negri.
C’è preoccupazione per la nuova ondata di contagi da Covid in Cina, coincisa con la ripartenza a pieno regime del turismo dopo l’allentamento delle restrizioni da parte di Pechino sui viaggi da e per la Cina. Si teme l’insorgenza di nuove varianti (non Omicron) capaci di aggirare i vaccini e Gryphon (Xbb), in rapida crescita negli Usa.
Il Corriere della Sera ha intervistato su questo Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e ordinario per chiara fama di Nefrologia all’Università degli Studi di Milano. Remuzzi getta acqua sul fuoco degli allarmi. «Siamo in una fase delicata, ma non allarmiamoci prima del tempo», risponde l’esperto.
Quanto sta avvenendo in Cina, dove ogni giorno ci sono un milione di nuovi contagi (che tra gennaio e marzo, secondo stime, potrebbero diventare 3-4 milioni) è il prodotto della «sconsiderata strategia “zero Covid”», tuona Remuzzi. Pechino ha «puntato tutto sull’isolamento, la campagna vaccinale ha rallentato in modo significativo e il virus ha circolato poco». E così, prosegue Remuzzi, «dal “tutto chiuso” si è passati improvvisamente al “tutto aperto”: in questo modo il virus ha terreno libero perché incontra una popolazione poco immunizzata». Si tratta, insiste il medico, di «un errore inammissibile a quasi tre anni dall’inizio della pandemia».
La situazione italiana
In Italia la situazione è diversa, col 90% della popolazione over 12 che ha completato il ciclo vaccinale. Il che ci permette di godere, spiega Remuzzi, di un’immunità diffusa. Adesso, sottolinea l’esperto, «è estremamente urgente somministrare la quarta dose (e poi la quinta, dopo 120 giorni) agli over 60, poi al resto della popolazione».
Quanto al prossimo futuro, per Remuzzi «è corretto testare per Covid i passeggeri provenienti dalla Cina con l’obiettivo di sequenziare le varianti». Con alcune centinaia di sequenziamenti sarà già possibile avere una idea esatta di cosa sta giungendo dalla Cina.
Se le varianti dovessero tutte far parte della famiglia di Omicron (come pare finora), «possiamo stare relativamente tranquilli perché i vaccini proteggono all’80% dalla malattia grave e, in percentuale minore, anche dall’infezione», rassicura il dottore.
Diverso il caso se dovesse invece diffondersi una variante diversa da Omicron o a propagarsi estesamente Gryphon (Xbb). In particolare la sua sottovariante Xbb.1.5, che stando ai primi dati a disposizione sembrerebbe dare un alto rischio di reinfezione. «Al momento però – ribadisce Remuzzi – non c’è da preoccuparsi perché Xbb è al 6% a livello globale e all’1,8% in Italia