Il ministero della Salute ha ordinato l’obbligo di eseguire il tampone per i passeggeri che arrivano in Italia dalla Cina, dopo gli ultimi dati cinesi sull’andamento dei contagi.
Dopo le ultime notizie sull’andamento dei contagi da Covid in Cina, il ministero della Salute ha deciso che i passeggeri che provengono dal Paese asiatico dovranno fare un tampone obbligatorio. È quanto ha fatto sapere il ministro della Salute, Orazio Schillaci.
«Ho disposto, con ordinanza, tamponi antigenici Covid obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia. La misura si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana», ha detto il ministro.
Il ministro ha anche aggiunto che i positivi dovranno affrontare il periodo di quarantena. Per Schillaci, i vaccini cinesi non sarebbero molto efficaci. Anche gli Usa stanno introducendo una serie di restrizioni per chi arriva dalla Cina: chiedono infatti a tutti i passeggeri di esibire un tampone negativo eseguito non più di due giorni prima di partire.
Le restrizioni avranno inizio il 5 gennaio prossimo, in quanto la Cina non fornisce info sufficienti sull’andamento del Covid.
Prima della decisione del ministero, Regione Lazio e anche le autorità della Sanità lombarda avevano preso provvedimenti. L’assessore alla Sanità della Lombardia, Bertolasi, aveva spiegato che su un volo che veniva da Pechino il 52% dei viaggiatori era positivo al Coronavirus.
La situazione dei contagi Covid in Cina starebbe generando una certa preoccupazione nelle autorità sanitarie mondiali. I numeri non vengono dati dal governo cinese, ma secondo i dati forniti dagli istituti occidentali di analisi sanitaria, quasi un cinese su cinque sarebbe positivo al virus, le terapie intensive sarebbero stracolme e il numero di decessi sarebbe superiore a 5mila al giorno.
Secondo l’Oms, per via della politica zero Covid portata avanti dal Paese, il popolo cinese ha poca immunità al virus. Ci sono state poche vaccinazioni agli anziani e i vaccini usati, Sinopharm e Coronavac, sarebbero stati meno efficaci di quelli usati in Europa e negli Stati Uniti. Ergo, secondo i sondaggi, il 25% della popolazione in Cina avrebbe un po’ di immunità a Omicron.
Il timore è che in Cina, con la forte circolazione del virus, potrebbe sorgere una variante completamente nuova e diversa dal ceppo Omicron, che potrebbe bypassare la protezione che danno gli attuali vaccini. Secondo l’epidemiologo Paolo Bonanni, «ci troveremmo allora in una situazione più pericolosa, che ci potrebbe portare a livelli di malattia grave, ospedalizzazione e morte che non conoscevamo da tempo».