A Rotterdam è stato realizzato il primo allevamento galleggiante della storia. Il progetto, presentato come efficiente e sostenibile, nasconde in realtà diverse pecche. In particolare per quanto riguarda il benessere degli animali.
In seguito al loro soggiorno a New York, durante il quale hanno dovuto fare i conti con l’uragano Sandy, Minke e Peter Van Wingerden hanno sviluppato un progetto unico nel suo genere. La coppia di imprenditori, una volta tornata a Rotterdam (in Olanda) si è messa al lavoro per realizzare il primo allevamento galleggiante della storia.
“Floating Farm” è il nome della piattaforma situata sul fiume Maas. I coniugi Van Wingerden hanno fato vita ad un sistema auto-sufficiente, presentato come sostenibile ed efficiente. Il progetto, però, ha attirato le critiche delle associazioni di animalisti e del Partito olandese per gli Animali preoccupati per il benessere dei bovini.
L’allevamento galleggiante può ospitare fino a 40 mucche che vengono nutrite con gli avanzi alimentari provenienti dalla città. In particolare scarti di ristoranti, bar e distillerie. Il progetto conta anche sui camion elettrici impegnati nel rifornimento di erba.
Al suo interno, si trova una fattoria idroponica posizionata nel piano più alto della piattaforma. Grazie ad un efficace sistema di fertilizzazione, l’urina dei bovini viene raccolta e filtrata tramite il pavimento e finisce nella fattoria al piano di sopra. Il letame, invece, viene raccolto con tecniche altrettanto all’avanguardia ed utilizzato per produrre l’energia necessaria a far funzionare la “Floating Farm”.
Per quanto riguarda le mucche, l’allevamento “del futuro” comprende un piccolo giardino nel quale hanno la possibilità di pascolare e brucare erba vera e fresca. Il loro latte viene usato per la preparazione di prodotti come burro, yogurt e formaggi con l’obiettivo di ridurre la distanza tra produttore e consumatore.
L’idea ha iniziato a prendere forma dieci anni fa, in seguito al sopracitato uragano Sandy. “Facendo affidamento su migliaia di camion di cibo ogni giorno, la catena di approvvigionamento alimentare è stata interrotta quando si sono verificate le inondazioni e i camion non potevano entrare in città” ha affermato Peter Van Wingerden.
All’epoca si trovava a New York insieme alla moglie, dove lavorava come ingegnere. I coniugi, riflettendo sulla necessità di “raggiungere la resilienza e la sostenibilità a lungo termine di tutte le città”, hanno iniziato a sviluppare il loro progetto.
Nonostante si tratti di un’idea interessante, che punta sulla riduzione al minimo degli sprechi, la “Floating Farm” non è stata per niente apprezzata dagli animalisti. Il Partito olandese per gli Animali (PvdD) e l’associazioni Animal Save Netherlands hanno messo in evidenza la scarsa attenzione verso il benessere delle mucche.
L’allevamento galleggiante, secondo Jaap Rozema (membro del PvdD), non farebbe altro che aumentare le emissioni di sostanze inquinanti. Ma la pecca più grande riguarda “la sofferenza animale”. Come spiegato dal politico, l’acqua non è l’habitat adatto per le mucche che si ritrovano a vivere in una condizione “innaturale”.
Gli animali rischiano di cadere nel fiume che, spesso, diventa molto agitato. Rozema ha ricordato quanto accaduto durante la tempesta Eunice: in situazioni simili, l’allevamento su acqua rischia solamente di mettere in pericolo i bovini. “Una mucca è già caduta in acqua due volte” ha affermato il politico in conclusione del suo intervento.
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