Criticò Putin: deputato russo precipita dal terzo piano di un hotel in India

È l’ultimo di una serie di suicidi di oppositori o di critici episodici del presidente russo Vladimir Putin.

A giugno il deputato trovato morto in India, dove si trovava con quattro amici (uno dei quali scomparso due giorni prima), aveva criticato la guerra in Ucraina.

Pavel Antov, il deputato russo volato da una finestra in India – Meteoweek

Pavel Antov, così si chiamava il ricchissimo deputato russo di Vladimir (a 200 km da Mosca) trovato morto il giorno di Natale in India in una chiazza di sangue dopo un volo dalla finestra del suo albergo. La sua è solo l’ultima di una lista di morti “sospette”. Tutte di cittadini russi che avevano criticato, anche solo timidamente, la politica di Putin.

Antov, 65 anni, aveva studiato psichiatria a San Pietroburgo prima di fare fortuna come imprenditore nel campo delle carni e dei salumi (Forbes nel 2019 lo accreditava di un patrimonio di 180 milioni di euro) nella Russia post-Urss. Mecenate dell’arte oltre che venditore di insaccati, militava in Russia Unita, il partito di Putin.

La scorsa estate, a giugno, Antov aveva bollato come «terroristici» gli attacchi all’Ucraina, prima di tornare sui suoi passi e rinnovare la sua fedeltà allo “zar” Putin. Il giorno di Natale il suo cadavere è stato ritrovato in un lago di sangue sotto la finestra della stanza al terzo piano dell’hotel indiano di Rayagada nello Stato di Odisha, dove alloggiava.

La morte misteriosa dell’amico

In India era andato con un gruppo di amici per festeggiare i suoi 65 anni. E due giorni prima il gruppetto aveva perso uno dei suoi membri: Vladimir Budanov, trovato senza vita nella sua stanza d’albergo. Per gli inquirenti indiani il re dei salumi si sarebbe buttato dalla finestra a Natale, sconvolto per la morte dell’amico, col quale stava pianificando un grande allevamento di polli.

L’ambasciata russa in India si è premurata di far sapere che la polizia locale non ha trovato alcun riscontro criminale nella tragica scomparsa dei due cittadini russi. Antov però non è il primo a volare dalla finestra dopo aver criticato il leader del Cremlino. A settembre ad esempio era precipitato, dal sesto piano di un ospedale di Mosca, Ravil Maganov, 67 anni, presidente del Cda di Lukoil, uno dei due colossi petroliferi russi. A marzo il board del gigante petrolifero aveva chiesto in una nota «la rapida fine del conflitto armato in Ucraina», non senza esprimere la «sincera vicinanza a tutte le vittime».

Volo dalla finestra anche per Dan Ropoport, imprenditore originario della Lettonia emigrato negli Usa con la famiglia e tornato in Russia nel 2003. Molto critico di Putin, alla vigilia di Ferragosto è volato da un palazzo di Washington col cappello in testa, infradito arancioni ai piedi e migliaia di euro in tasca. Per non parlare degli strani suicidi o degli incidenti poco chiari cominciati già prima dello scoppio della guerra a febbraio e fattisi via via più frequenti. Come le morti di Leonid Schulman e Sergey Protasenya, l’oligarca russo trovato impiccato in un resort in Spagna assieme a moglie e figlia, ammazzate a colpi d’ascia.

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