Con la nuova flat tax fino a 85 mila euro per i lavoratori autonomi ci sarà un risparmio di migliaia di euro il prossimo anno.
Il via libera definitivo dovrebbe essere imminente con l’approvazione della manovra in Bilancio in Senato, dopo aver incassato la fiducia alla Camera.
Dalla tassa piatta al 15% diverse partite Iva finora escluse dal regime forfettario trarranno notevoli vantaggi. Ma quanto si risparmierà nel 2023 con la nuova flat tax? La legge di bilancio ha alzato da 65 mila a 85 mila euro la quota massima di fatturato per poter avere accesso al regime forfettario, con tassazione Irpef fissa al 15%.
Una simulazione realizzata dall’Osservatorio conti pubblici italiani dell’università Cattolica ha considerato a titolo di esempio due figure: un elettricista e un consulente informatico con fatturato annuo pari a 75 mila euro. La simulazione poi mette a confronto la tassazione attuale con quella a cui saranno sottoposti nel 2023 e infine opera un confronto tra la loro situazione fiscale e quella di un lavoratore dipendente.
La simulazione dell’Osservatorio
Col regime forfettario un elettricista con un fatturato di 75 mila euro non pagherà più 32.190 euro di tasse all’anno (col regime ordinario) ma 24.056 euro (in regime agevolato). Risparmierà dunque più di 8 mila euro all’anno. Invece il consulente informatico scenderà da 24.089 euro a 18.741 di tasse, risparmiando quasi 6 mila euro.
Nel caso invece di un elettricista dipendente che a un’azienda costa 64.500 euro, il totale delle tasse ammonta a 33.709 euro. Pagherà cioè quasi 9 mila euro in più rispetto a un elettricista autonomo con fatturato di 75 mila euro. Mentre il consulente informatico dipendente che costa 50 mila euro a un’azienda andrà a pagare 24.256 euro di tasse. Quasi 6 mila in più del consulente informatico autonomo con 75 mila euro di fatturato.
Partita Iva, quando aprirla è più conveniente rispetto al lavoro dipendente
Il vantaggio appare dunque evidente per chi riesce a fatturare molto. Quindi sul piano fiscale dal prossimo anno per alcuni tipi di lavoro sarà molto più conveniente essere un lavoratore autonomo a partita Iva che non un lavoratore subordinato. Naturalmente nel conteggio non sono considerati ferie, permessi e malattie. Per l’Osservatorio, dunque, “la convenienza ad accedere al regime forfettario è crescente nel fatturato, è dunque vantaggioso per i lavoratori autonomi più ricchi: per livelli di fatturato inferiori a circa 16.300 euro il regime ordinario è più conveniente”. C’è poi il fatto che una quota importante dei risparmi fiscali discende dal fatto che sul reddito dei forfettari non si applicano le addizionali regionali e comunali.
I rischi della flat tax
A giudizio dell’Osservatorio la flat tax pone palesi problemi di equità sociale, dato che sottrae gran parte dei redditi alla progressività Irpef. Col rischio di dare nuova linfa “al fenomeno delle finte partite Iva”. Vale a dire lavoratori autonomi che in realtà sono lavoratori dipendenti, ma collaborano con la aziende come autonomi per pagare meno tasse.
Un altro rischio della misura è l’evasione fiscale per i guadagni superiori a 85mila euro di fatturato, analogamente a quanto successo negli ultimi anni con quelli sopra la soglia dei 65 mila euro. Senza far risultare il fatturato extra infatti si può pagare il 15% anziché aliquote progressive fino al 43%.