Sia in Spagna che in Scozia sono state approvate due leggi che permettono di cambiare genere presentando solamente un’autocertificazione.
Il tema dell’autodeterminazione di genere si sta facendo sempre più strada tra i paesi europei, sebbene continuino ad esserci stati in cui l’opposizione di diversi partiti impedisce il superamento di un sistema che spesso ostacola chi desidera cambiare sesso.
La Danimarca ha fatto d’apripista. Nel 2014 il governo ha approvato la possibilità di cambiare genere senza la necessità di presentare una diagnosi di disturbo dell’identità di genere, o altri accertamenti psicologici. Inoltre, non è necessario essersi sottoposti ad interventi medici.
Le nuove leggi approvate in Spagna e Scozia
Al paese scandinavo hanno fatto seguito Belgio, Irlanda, Norvegia, Portogallo e Svizzera. Ora la lista si è ampliata con l’emanazione delle leggi che, sia in Spagna che in Scozia, permettono di procedere con il cambio di genere sui documenti con un’autocertificazione.
In particolare, in Spagna è stata approvato il “Progetto di legge per l’uguaglianza reale ed effettiva delle persone trans e per la garanzia dei diritti delle persone LGBTI”, portato avanti da Podemos. Prima dell’emanazione della ley trans, per gli adulti era possibile richiedere il cambiamento di genere sulla carta d’identità con una perizia medica attestante la disforia di genere.
Inoltre dovevano dimostrare di aver seguito una terapia ormonale per almeno due anni. I minori, invece, avevano bisogno di un’autorizzazione giudiziaria. Secondo la nuova legge, chiunque abbia compiuto i 14 anni potrà richiedere di cambiare sesso all’anagrafe presentando semplicemente un’autocertificazione (senza dover seguire l’iter tradizionale) con consenso dei genitori. A partire dai 16 anni quest’ultimo non sarà necessario.
Per quanto riguarda la Scozia, sarà possibile ottenere un certificato di riconoscimento di genere a partire dai 16 anni (con un abbassamento dell’età minima, che prima era di 18 anni). Non servirà nessuna diagnosi medica di disturbo dell’identità di genere. I richiedenti avranno diritto ad un periodo “di riflessione” fissato a tre mesi.
Le critiche dell’opposizione
Non sono mancate le opposizioni e le critiche ai due progetti di legge. In Spagna – oltre a partiti come Vox, PP e Navarra Suma – la ley trans è stata osteggiata da alcuni movimenti femministi. Le Terf (acronimo che sta per femminista radicale trans-escludente) hanno sempre espresso la loro contrarietà nei confronti delle persone trans che si definiscono donne, non riconoscendole come tali.
Anche in Scozia ci sono state diverse polemiche. In Parlamento, la legge è stata sostenuta dal partito nazionale al quale si sono aggiunti altri partiti, ad esclusione dei conservatori. Alcuni movimenti per i diritti delle donne si sono detti preoccupati al riguardo.
Tra le varie ipotesi, si è parlato del rischio che questa legge possa essere sfruttata da uomini malintenzionati. Questi ultimi potrebbero usarla per accedere, per esempio, ai bagni riservati alle donne che in tal modo sarebbero maggiormente esposte alle aggressioni.
Nonostante le opposizioni, le leggi emanate in Spagna e Scozia sono improntate al progresso. L’obiettivo è il riconoscimento dei diritti trans in quanto diritti umani, come affermato da Irene Montero. La ministra per le Pari Opportuità spagnola ha affermato di essere “orgogliosa” di quanto ottenuto.