Arrestato un estremista, supporter di Bolsonaro, che aveva pizzato dell’esplosivo su un’autocisterna per bloccare l’insediamento del nuovo presidente brasiliano.
Incriminato per terrorismo il mancato attentatore. Il suo scopo era quello di creare caos per favorire il golpe dell’esercito e scongiurare la presa del potere del leader di sinistra.
La polizia in Brasile la polizia ha arrestato un uomo: è accusato di aver piazzato dell’esplosivo su un’autocisterna. Secondo i piani il camion doveva esplodere vicino all’aeroporto di Brasilia. Lo scopo dell’attentato? Creare “caos” durante l’insediamento, in calendario il primo gennaio, del nuovo presidente Luis Inacio Lula da Silva, il leader di sinistra che ha prevalso nelle ultime elezioni. Una vittoria contestatissima da molti sostenitori del presidente uscente, di destra, Jair Bolsonaro (che non ha riconosciuto la vittoria del rivale).
Gli agenti hanno arrestato il presunto attentatore dopo che il conducente dell’autocisterna si è accorto dell’ordigno posizionato sul veicolo prima della detonazione. L’arresto dell’estremista di destra è avvenuto il giorno di Natale, ha reso noto la polizia brasiliana in una conferenza stampa. Il nome dell’uomo fermato è George Washington de Oliveira Sousa, 54 anni: un ‘bolsonarista’, cioè un sostenitore di Jair Bolsonaro.
L’attentatore aveva cercato di far esplodere la bomba
L’uomo, incriminato per terrorismo, avrebbe anche cercato di azionare l’ordigno, che però non è esploso. Interrogato dalle forze dell’ordine, Oliveria avrebbe confessato anche lo scopo del suo gesto terroristico: “creare caos” per “impedire l’instaurazione del comunismo in Brasile“. Il piano prevedeva di far deflagrare due bombe, sufficienti per scatenare il caos e far scattare lo stato di emergenza. In questo modo sarebbero entrati in gioco i militari per dichiarare lo “stato di assedio” in Brasile. Secondo il piano eversivo dell’estremista, l’intervento della forze armate avrebbe impedito o almeno ritardato il passaggio dei poteri nelle mani di Lula.
Un’idea, ha raccontato Oliveira, pianificata a novembre durante una delle manifestazioni di protesta che si svolgevano quotidianamente a Brasilia di fronte al comando militare, dove si invocava a gran voce l’intervento dell’esercito per impedire a Lula di salire al potere.
Nell’appartamento dell’estremista arrestato, che lavora in un distributore di benzina nello stato di Para, la polizia ha trovato un vero e proprio arsenale di armi dal valore di circa 160mila reales (circa 31 mila dollari). A spingerlo a accumulare un arsenale del genere, ha confessato Oliveira Sousa, sarebbero state le parole di Bolsonaro quando aveva detto che “un popolo armato non sarà mai ridotto in schiavitù”. A quanto pare il piano per provocare il golpe militare prevedeva anche la distribuzione di armi ai manifestanti accampati davanti alle caserme per protestare.