Morto alla vigilia di Natale il presidente del Consiglio di Stato, un uomo delle istituzioni che ha servito il Paese fino a quando le condizioni fisiche glielo hanno consentito.
Da tempo era malato di tumore. Il ricordo commosso dei colleghi e dei suoi collaboratori più fedeli.
Alla vigilia di Natale è morto Franco Frattini, piegato da un tumore al Gemelli di Roma. Il 21 aprile 2021 Mario Draghi lo aveva nominato presidente aggiunto del Consiglio di Stato. Mentre lo scorso gennaio (il 14, per la precisione) era stato eletto presidente del Consiglio di Stato al posto di Filippo Patroni Griffi. Una elezione arrivata attraverso un consenso unanime.
Se ne va dunque un protagonista del panorama politico e istituzionale italiano. Nato a Roma nel 1957, Franco Frattini è stato deputato dal 1996 al 2004 con Forza Italia e nuovamente eletto dal 2008 al 2013 col Popolo delle Libertà. È stato anche ministro degli Esteri in due governi targati Silvio Berlusconi: il Berlusconi II (2002-2004) e il Berlusconi IV (2008-2011). Tra il 2004 e il 2008 è stato commissario europeo per la giustizia nella commissione Barroso I (2004-2008) e presidente della SIOI (società italiana per l’organizzazione internazionale).
Il ricordo di colleghi e collaboratori
Da tempo il 65enne Frattini era malato di tumore. A ricordare questa sua dolorosa e dura battaglia è stato il ministro leghista Roberto Calderoli, colpito dalla stessa malattia: «Franco era un amico. Sono addolorato e in questo momento non posso che pensare anche all’altro amico, e coetaneo, Roberto Maroni — ricorda Calderoli al ‘Corriere della Sera’ —. E ancora una volta penso al “nemico” o “ospite indesiderato”, il tumore, che io come tanti italiani combatto da dieci anni: investire sulla ricerca, e sulla cura oncologica, oltre che sulla prevenzione, deve essere una priorità. Lo stiamo facendo, ma possiamo fare di più, dobbiamo fare di più».
Uno dei suoi più stretti collaboratori, sempre interpellato dal quotidiano di via Solferino, ricorda Frattini come «una persona infaticabile, con un grande senso delle istituzioni», commenta il suo fedelissimo (rimasto anonimo). «Ha continuato a lavorare senza sosta e con ostinazione, era fiducioso di sconfiggere la malattia che lo aveva colpito».
L’elezione al vertice del Consiglio di Stato – ricorda il collaboratore rimasto anonimo – «lo aveva reso molto orgoglioso». E anche quando il tumore è tornato a riaffacciarsi prepotentemente, sottolinea, «lui ha continuato a dare indicazioni per telefono. Si è fermato solo fino a quando non ce l’ha più fatta fisicamente».
Meloni: un servitore delle istituzioni
Sulla stessa falsariga, quella di un uomo delle istituzioni, anche il ricordo di Adolfo Urso, ministro delle imprese e del made in Italy nel governo Meloni: «Ci lascia uno dei migliori protagonisti della prima stagione di governo del centrodestra italiano, innanzi tutto, sempre e comunque, uomo di Stato — scrive Urso —. Quando lo rividi qualche mese fa aveva sul corpo i segni della malattia ma continuava a svolgere il suo lavoro con la stessa dedizione di sempre. Esempio per chiunque agisca nelle istituzioni».
Anche la premier Giorgia Meloni ha voluto ricordarlo su Twitter: «Franco Frattini era un uomo garbato e intelligente, un servitore delle istituzioni. Era mio amico. Rivolgo a nome del governo sentite condoglianze a famiglia e amici. Saremo fieri di portare a termine la riforma del Codice degli appalti alla quale aveva lavorato con dedizione».