La Jólabókaflód è una tradizione in voga in Islanda. Ecco in che cosa consiste e perché potrebbe essere un’ottima idea anche per il nostro Natale.
In Italia i lettori si assestano intorno al 56% e con questa percentuale si intende chi abbia letto almeno un libro, mentre i lettori forti, cioè chi legge almeno 12 libri l’anno legge in media 17 volumi. Non sono, purtroppo, percentuali altissime. In Europa, però, c’è un Paese in cui è “d’obbligo” regalare libri a Natale, seguendo la tradizione dello Jólabókaflód. Si tratta dell’Islanda.
Ma come mai in questo luogo c’è questa usanza?
Come accennato in Islanda sussiste questa tradizione, sviluppatasi a partire dalla Seconda Guerra Mondiale, di regalare libri durante la notte del 24 dicembre e trascorrere la serata a leggerli. La parola Jólabókaflód sta a indicare un’inondazione di libri e per essere sicuri di non sbagliare gli islandesi partono con un certo anticipo.
Già a novembre tutti i cittadini ricevono il Bókatídindi nella loro cassetta postale, un bollettino in cui sono raccolte tutte le nuove pubblicazioni dell’Associazine degli autori islandesi. E’ dal 1944, cioè da quando l’Islanda si staccò dalla Danimarca che gli isolani di questa remota parte d’Europa hanno sviluppato una grande passione per i libri, a quei tempi, infatti, la carta era l’unica cosa a non subire un razionamento.
Secondo una ricerca dell’università di Bifrost gli islandesi sono il terzo Paese più istruito al mondo, insomma sono sul terzo gradino del podio dopo Finlandia e Norvegia.
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