Abusava del suo ruolo per molestare le pazienti ricoverate in ospedale. Le indagini partite a maggio dopo la denuncia di una paziente.
Le indagini dei carabinieri hanno permesso di appurare che non si trattava di un fatto episodico. L’operatore sanitario aveva palpeggiato già diverse altre pazienti. Ora la Procura gli contesta le accuse di violenza sessuale aggravata e plurima. L’arresto è avvenuto nello stesso ospedale dove si sono consumate le violenze ai danni delle pazienti.
Mercoledì 21 dicembre i carabinieri hanno arrestato un infermiere di 39 anni in servizio all’ospedale di Cittadella, in provincia di Padova. L’ordine di custodia cautelare è stato emesso nei suoi confronti a seguito di un’indagine della Procura di Padova per violenza aggravata e plurima.
L’indagine si è avviata lo scorso maggio. A farla partire la denuncia di una donna, che accusava l’infermiere di averla palpeggiata durante il suo ricovero presso l’ospedale di Cittadella, dove si era sottoposta a un trattamento con dei farmaci. In più di occasioni l’infermiere avrebbe allungato le mani.
Almeno quattro i casi accertati di violenza sessuale sulle pazienti ricoverate
Dopo mesi di indagini, gli accertamenti dei militari hanno fatto emergere che non si trattava di un fatto occasionale. Tanto è vero che episodi simili sono capitati ad almeno altre tre donne a partire da giugno 2021. Sono perciò scattate le manette ai polsi per il sanitario che approfittava del suo ruolo per abusare delle pazienti ricoverati e dare sfogo alle sue pulsioni sessuali. Così il Gip del Tribunale di Padova, su richiesta della Procura della Repubblica, ha emesso l’ordinanza che è stata eseguita mercoledì nel nosocomio.
Recluso in carcere a Padova
Adesso il 39enne operatore sanitario si trova ad essere recluso nella Casa circondariale di Padova, dove è a disposizione dell’autorità giudiziaria.
In un comunicato, il direttore generale dell’Ulss 6 Euganea, Paolo Fortuna, esprime “la massima fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine, che ringrazio. L’Azienda sanitaria aveva già attivato il procedimento disciplinare e segnalato i fatti all’autorità giudiziaria. Nei confronti dell’interessato erano stati adottati i provvedimenti previsti dal contratto nazionale di lavoro: sospensione cautelare in attesa delle attività istruttorie da parte della magistratura, con successiva assegnazione ad altra unità operativa, non a contatto con il pubblico”