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Economia

Smart working, sì alla proroga | Ma non per tutti: chi potrà lavorare da casa e chi no

Un emendamento alla manovra economica approvato in commissione Bilancio della Camera proroga fino al 31 marzo la possibilità di lavorare da casa.

Si potrà lavorare in smart working, sia nel pubblico che nel privato, anche esercitando – se necessario – un’altra mansione. Ma potrà farlo solo una categoria ben precisa di lavoratori.

Smart working: prorogata fino al 31 marzo la possibilità di lavorare da casa, ma solo per una categoria di lavoratori (immagine di repertorio) – Meteoweek

Si potrà lavorare in smart working fino 31 marzo. Ma è una facoltà che avranno solo i lavoratori fragili. Che avranno la possibilità di lavorare da casa, sia nel settore pubblico che in quello privato, fino al 31 marzo 2023. E potranno farlo anche svolgendo, eventualmente, un’altra mansione.

È una possibilità prevista da un emendamento alla manovra approvato in commissione Bilancio della Camera. Che però non menziona invece i genitori di figli minori di 14 anni. L’emendamento prevede che il datore di lavoro debba garantire lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità “smart” (detta anche “agile”) «anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti, senza alcuna decurtazione della retribuzione in godimento».

Boom di spese per i consumi energetici domestici

Lavorare da casa o meno ha un costo per le famiglie. Un costo che presenta il conto in bolletta: nel 2020 la spesa complessiva per le famiglie è stata di 36 miliardi di euro per il consumo casalingo di energia. In media fa una spesa annua pari a 1.411 euro, che su base mensile corrisponde a circa 118 euro al mese. A far lievitare i consumi di energia sono stati anche il lockdown forzato e lo smart working. Il valore mediano della spesa annua per le famiglie (il valore cioè sotto al quale si trovano le spese della metà delle famiglie italiane) tocca quota 1.261 euro.

La spesa per il consumo energetico di casa comprende le spese per il riscaldamento, l’acqua calda, il raffrescamento della casa, la cottura dei cibi e il funzionamento di tutti gli elettrodomestici, alimentati da diverse fonti di energia: gas naturale (metano), energia elettrica, biomasse, gasolio, GPL (bombole o cisterne o di rete), energie rinnovabili. Rientra nella spesa per i  consumi energetici domestici anche l’impiego di attrezzature motorizzate da giardinaggio oltre all’eventuale ricarica in ambito casalingo di veicoli elettrici (auto elettriche o ibride plug-in, motoveicoli, biciclette e così via).

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