La Procura di Marsala ha chiesto due anni per l’ex pm Angioni, processata con l’accusa di false dichiarazioni nell’ambito dell’inchiesta sulla sparizione di Denise Pipitone
La procura di Marsala, tramite il pm Roberto Piscitello ha chiesto la condanna dell’ex pm Maria Angioni, con l’accusa di false dichiarazioni a pubblico ministero. Angioni, che si occupò di investigare sulla sparizione di Denise Pipitone, è a giudizio in quanto accusata di aver mentito ai colleghi della procura di Marsala denunciando depistaggi e omissioni nell’indagine sul sequestro della piccola.
Piscitello, dopo la requisitoria ha descritto l’ex magistrato come qualcuno che «ha mostrato assoluto spregio della Giustizia, ha ingannato pubblico ministero e giudice tutte le volte in cui ha preso la parola, ha presentato confusi documenti tanto sovrabbondanti quanto irrilevanti», e che infine «ha mantenuto un comportamento ostinatamente calunnioso anche dopo la commissione del reato, infangando nei media la Polizia di Mazara del Vallo».
Il pm ha detto ancora che l’ex pm avrebbe cercato di allontanare da «tutti l’idea che Denise Pipitone non sia stata trovata e i colpevoli assicurati alla giustizia, per incapacità a lei attribuibili. Circostanza questa che denota la rilevante intensità del dolo. Da magistrato ha ritenuto di potersi muovere tra cavilli e interpretazioni, suggestionando l’interlocutore a ritenere che potesse essere incorsa in un cattivo ricordo, in quanto tale incompatibile con l’elemento soggettivo del dolo richiesto dalla norma incriminatrice».
Nel corso della requisitoria Piscitello ha proseguito dicendo anche che Angioni avrebbe assunto il ruolo di una star della tv, contesa da diverse trasmissioni «che sulle reti pubbliche o private calibravano i loro palinsesti proprio sul sequestro della bambina mazarese».
L’ex pm Angioni aveva denunciato depistaggi nell’inchiesta sul rapimento di Denise e aveva preso nel mirino i poliziotti del commissariato di Mazara e il loro dirigente Sfameni, estraneo ai fatti. Il pm ha anche parlato di «malafede» da parte della donna.