Nove e anni e mezzo di carcere per Vincenzo Lamberto, 61 anni, titolare dell’agenzia (ormai chiusa) per modelle Pubblistar di Gorlago, nella provincia di Bergamo.
Lo ha condannato ieri mattina, mercoledì 21 dicembre, il giudice Giovanni Petillo. Che ha letto una sentenza di condanna più alta della richiesta avanzata dal pm (otto anni) per gli abusi sessuali su una donna e una ragazzina di 15 anni.
Il primo dei due episodi risale al novembre 2017: la vittima è una ventenne andata in agenzia per avere un colloquio non per fare la modella, ma la donna delle pulizie. Un colloquio che si è concluso con dei toccamenti da parte dell’imputato, dopo i complimenti e averla convinta a indossare un costume.
Al centro del secondo episodio, avvenuto nel 2018, una minorenne che all’epoca aveva appena 15 anni. La ragazzina, aspirante modella, si era fermata per due notti a dormire in uno dei locali messi a disposizione dall’agenzia. Durante le quali, ha raccontato, il 61enne le avrebbe usato violenza.
Il racconto della 15enne
La giovane aveva raccontato di una grigliata di gruppo con altre ragazze che sognavano di diventare modelle: «Mi è stato dato da bere, due o tre bicchieri di vino rosso. Mi prese in braccio, mi portò nella sua casetta, mi appoggiò sul letto, iniziò a baciarmi. Dissi che volevo tornare a casa perché mi veniva da vomitare. Ero stordita».
A quel punto l’imputato, prosegue il racconto, avrebbe preso tempo («tra 20 minuti») e iniziato spogliarla. La vicenda era venuta alla luce dopo la segnalazione dell’ospedale al quale la 15enne si è rivolta lamentando dolori e arrossamenti nelle parti intime.
Lui, il 61enne Vincenzo Lamberto, ha sempre negato ogni cosa. Il suo difensore sosteneva che il giorno in cui la 15enne ha confidato le violenze subite alla madre, la donna avesse chiamato il titolare di Pubblistar per chiedergli dei book fotografici e non per le molestie.
La difesa aveva chiesto per lui l’assoluzione piena, mentre l’accusa ha richiesto 8 anni di carcere. Il giudice ha inasprito la pena a 9 anni e mezzo, modificando uno dei reati. Nel caso della ventenne è rimasta la violenza sessuale, mentre in quello della minorenne si è esclusa la violenza riqualificando il reato come atti sessuali con minorenni. Con l’aggravante che in quel momento la giovane era stata affidata a Lamberto, e con la continuazione. Respinte le richieste di risarcimento delle parti civili, anche se il legale che assiste la quindicenne ricorrerà in sede civile.