I carabinieri hanno ascoltato i parenti siciliani. A rivelarsi letale, sarebbe stato un ultimo piatto di spaghetti. Nella Rsa di Asiago si nutriva solo di omogeneizzati.
Maria Basso, morta a 80 anni a Catania qualche giorno fa, era figlia di un imprenditore edile che aveva lavorato per lungo tempo all’estero.
La donna, a sua volta, aveva lavorato al ministero degli Esteri e aveva lavorato in Iran, a Teheran, da dove era poi scappata a seguito della rivoluzione khomeinista. Poi era stata in Australia e in America. Non aveva figli e alla fine, era ritornata in Veneto, ad Asiago (Vicenza), per stare al fianco dei genitori anziani.
Da qualche anno, la donna viveva in una struttura per anziani, la “Giovanna Maria Bonomo». Ha esalato l’ultimo respiro nella casa di riposo Nuova Veters a Catania lo scorso 16 dicembre, dopo che una lontana parente siciliana l’aveva portata lì. Le due si erano conosciute da pochi mesi.
Su questo caso, sta indagando la procura di Vicenza che ha aperto un’inchiesta per circonvenzione di incapace dopo che alcuni parenti di Asiago hanno sporto denuncia quando sono venuti a sapere che la donna era scomparsa dalla Rsa vicentina.
Intanto, si è scoperto che Maria Basso, pare spinta dai parenti siciliani, avrebbe effettuato delle modifiche al proprio testamento. La donna, infatti, aveva un patrimonio di 500 mila euro e la donna, 15 anni fa, lo aveva destinato a un istituto salesiano di Milano, depositandolo da un notaio di Marostica.
Tuttavia, quell’eredità data in beneficenza non sarebbe più valida adesso, in quanto c’è un nuovo testamento depositato da un notaio siciliano, e i 500 mila euro non sarebbero più indirizzati all’istituto salesiano di Milano. Chi sarà a beneficiarne si scoprirà solo quando, tra qualche settimana, verrà letto il testamento.
La procura di Vicenza intende eseguire un esame autoptico sulla salma dell’80enne, che adesso si trova all’obitorio del nosocomio Cannizzaro, a Catania. Lì la donna si è spenta, come riporta Il Corriere della Sera, sembrerebbe dopo un pranzo con spaghetti che le avrebbero offerto i nuovi familiari siciliani.
I carabinieri di Catania hanno ascoltato la donna che ha portato lì Maria e il responsabile del centro per anziani dove a inizio dicembre la donna era stata trasferita. Nella denuncia fatta ai carabinieri dal cugino di Maria, c’è la sua versione di come sarebbe andata.
Tutto è cominciato il 4 settembre, quando Maria ha compiuto 80 anni. La donna sente che il tempo sta passando molto in fretta, e decide di riunire attorno a sé i suoi familiari, sia la parte vicentina da parte paterna, sia il ramo materno, trasferitosi in Sicilia. Maria ha incaricato una fidata infermiera di organizzare la festa, dato che le sue condizioni mentali non le permettevano di prendersi cura di ogni particolare.
Lì ha conosciuto Paola, sua seconda cugina. Da lì in poi, la donna e il suo compagno vanno a trovarla spesso e forse iniziano già nel mese di ottobre a parlare con lei di un nuovo testamento. Il primo dicembre, i parenti vanno ad Asiago e portano Maria a mangiare fuori, per pranzo. La sera Maria non torna nella casa di riposo e la dirigente la cerca ovunque.
Paola replica che Maria aveva deciso di dormire fuori quella sera, ma il giorno seguente, la dirigente della casa di riposo riceve una missiva in cui la donna le spiega che da quel momento in poi si occuperà lei della cugina, portata in una struttura in Sicilia.
La famiglia Basso ipotizza che Maria non sia stata interpellata per questo cambio totale della propria esistenza e molti, in Paese, hanno il sospetto che questa scelta possa nascondere, in realtà, la volontà dei parenti di acquisire il cospicuo patrimonio dell’anziana. Questa convinzione è rafforzata dal fatto che a inizio dicembre, il notaio che ha redatto il primo testamento della donna, si sia visto arrivare una richiesta di revocare a Clelia, carissima amica di Maria, la procura speciale per la gestione dei conti dell’80enne, che sarebbero stati affidati a Paola.
Il decesso dell’anziana è giunto all’improvviso. La donna non era in condizioni ottime, ma non gravi, e se avesse proseguito a prendere farmaci e a fare fisioterapie avrebbe potuto vivere ancora per molto tempo. A toglierle la vita sarebbero stati gli spaghetti offerti dai siciliani, che sarebbero andati a finire nei suoi polmoni, cosa che era piuttosto prevedibile, visto che la donna si nutriva solo di omogeneizzati.
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