Il fratello di Liliana Resinovich non crede al suicidio:«Due autopsie dicono cose diverse»

Secondo la procura si è trattato di un suicidio, ma il fratello Sergio non ne è convinto:«Troppe cose non tornano». 

Sergio Resinovich, fratello di Liliana Resinovich, è un uomo molto riservato. Ha perso la sorella un anno fa, dapprima scomparsa il 14 dicembre scorso, poi ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022.

Liliana Resinovich-21122022-meteoweek.com
Liliana Resinovich-meteoweek.com

Liliana ha perso la vita a 63 anni, rinvenuta nel bosco di un nosocomio, a due chilometri da dove viveva. Dalle analisi eseguite dai periti della Procura, Liliana si sarebbe uccisa. L’inchiesta, finora, ha fatto emergere questa ipotesi. La 63enne sarebbe deceduta per soffocamento, un paio di giorni prima che fosse stata ritrovata.

L’esame autoptico non ha fatto rinvenire tracce di violenza sul cadavere. Ma il mistero resta. Che cosa ha fatto Liliana dal 14 dicembre al 3 gennaio? Intervistato da Il Corriere della Sera, Sergio Resinovich ha detto di non credere all’ipotesi del suicidio, in quanto sua sorella non aveva turbe di tipo psicologico, ma era felice.

L’uomo ha raccontato che l’ultima volta che ha visto sua sorella si erano sentiti per telefono e poi visti al porto in città. Poi hanno preso un caffè a un bar. L’uomo ha detto che la sorella era serena, con le idee ben chiare. «Avrebbe voluto accompagnare mia figlia in Inghilterra per imparare la lingua. E c’era il progetto di andare a vivere con un altro uomo, Claudio Serpin».

Del progetto di andare a vivere con Serpin è stato proprio quest’ultimo a raccontarlo al fratello di Liliana. Serpin avrebbe detto a Sergio Resinovich che i due volevano attendere un po’ per «ufficializzare la cosa perché la moglie di Serpin era morta da un anno e c’era da rispettare il periodo di vedovanza. Liliana era d’accordo». Resinovich ha spiegato di aver creduto al racconto di Serpin in quanto era a conoscenza di cose della sua famiglia che solo la sorella avrebbe potuto rivelargli.

Resinovich ha espresso dei dubbi sul fatto che la sorella si sia suicidata:«Credo che l’atto del suicidio sia stato montato, come una sceneggiata, per farlo sembrare tale. Purtroppo la Procura di Trieste si è trovata in una situazione difficile».

Il fratello di Liliana pensa che il marito di sua sorella, Sebastiano Visintin li abbia «male instradati. Ha parlato di allontanamento spontaneo. Così si è perduto tempo. Il giorno della scomparsa avevo chiamato al telefono mia sorella. Ha risposto il marito. “Liliana è uscita e ha lasciato il telefono in casa”. Come se fosse normale».

Per il fratello, quello che non era normale, era il fatto che sua sorella fosse uscita di casa senza cellulare, né green pass, nè denaro in piena emergenza Covid. Così Resinovich decide di telefonare a Chi l’ha visto?, ma il marito della sorella  «non voleva».

Nonostante Visintin sia stato interrogato e scagionato, Resinovich spiega che «il Dna non era completo. Non si è riusciti a capire a chi appartenesse».

Dall’esame autoptico non risulta che il cadavere portasse segni di violenza. A tal proposito, Resinovich spiega che esistono due autopsie che dicono cose differenti. «Dalla prima risultava che il viso era come se avesse preso un pugno, c’era del sangue dalla narice del naso, la lingua morsicata e altri colpi sulla gamba e sul seno. Io credo che sia morta il giorno della scomparsa. Altrimenti mi devono dire cosa ha fatto Liliana fino a gennaio».

 

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