Abusi sugli anziani: nell’Rsa i colleghi sapevano ma non hanno agito

Hanno taciuto sulle violenze che avvenivano nelle struttura ai danni dei loro ospiti e per questo motivo sono stati licenziati dalla società. Una vicenda bruttissima che parla di abusi ma an

Tutti sapevano di quali maltrattamenti fossero responsabili, ma nessuno ha agito per fermarli o quantomeno denunciare quello che stava accadendo. I fatti sono avvenuti a Manfredonia nella Rsa Stella Maris, ad agosto quattro persone che lavorano nella struttura vengono arrestati per gli abusi commessi su 14 ospiti della struttura. Oggi invece la cooperativa che gestisce l’Rsa ha deciso di licenziare i colleghi che hanno taciuto.

Sono tredici gli individui che hanno perso il lavoro in seguito all’indagine interna condotta dai dirigenti avvalendosi di quanto è emerso dalle indagini della Questura di Foggia e dai provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria. Queste persone, pur non essendo coinvolte direttamente nelle violenze, hanno ignorato le stesse. Quindi le indagini, come si legge dagli atti, ” hanno consentito di accertare che altri dipendenti della società, pur non direttamente coinvolti nelle azioni delittuose, ne erano a conoscenza, omettendo però di informare la società (che diversamente avrebbe preso immediati provvedimenti a tutela dei propri ospiti). La conseguenza di tale accertamento è stato il licenziamento per giusta causa di tutti questi dipendenti“.

A chi accusa la società di avere delle responsabilità in questa vicenda, questa afferma di non essere venuta conoscenza dei fatti proprio a causa dell’omertà dei lavoratori. Dalla cooperativa affermano che “nel corso di numerose conferenze stampa (e dirette social) e poi in sede giudiziaria, gli ex dipendenti, assistiti mediaticamente da un’avvocata locale e poi giudiziariamente da altri professionisti avrebbero falsamente affermato che la società fosse consapevole di tali illeciti, definendo ‘ritorsivo’ il licenziamento e hanno ipotizzato, da parte della società, l’utilizzo di atti asseritamente coperti da ‘segreto istruttorio’“.

Per il giudice i collegi hanno agito come “inerti spettatori dei gravissimi fatti materialmente messi in essere dai colleghi di lavoro in danno di soggetti in condizione di minorata difesa“. Questo atteggiamento ha giustificato il licenziamento: “Stando così le cose, la violazione, consapevole e sistematica, dell’obbligo di garanzia è mancanza gravissima, correttamente valorizzata quale dal datore di lavoro, anche (ma non solo) per il clamore mediatico che la vicenda ha avuto e che indubbiamente ha coinvolto la attività di accoglienza gestita dalla Cooperativa, togliendole credibilità. Proprio la disposizione del Ccnl richiamata in ricorso espressamente sanziona con il licenziamento: la grave negligenza nell’esecuzione dei lavori o di ordini che implichino pregiudizio all’incolumità delle persone. Sicché, vuoi per espressa disposizione contrattuale, vuoi in applicazione della clausola generale, la misura espulsiva è stata pienamente legittima“.

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