Tre parlamentari di diversi schieramenti politici chiedono che il Parlamento italiano si occupi seriamente di tre importanti casi di cronaca su cui da decenni si cela un velo di oscurità: quelli di Emanuela Orlandi, Mirella Gregori e Simonetta Cesaroni
Fare luce su tre dei più famosi casi irrisolti italiani, ovvero la scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori e l’omicidio di Simonetta Cesaroni. E’ quanto chiedono i parlamentari Roberto Morassut (PD), Stefania Ascari (M5S) e Carlo Calenda (Azione-IV) con l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta che possa studiare a fondo i casi e portare a una soluzione.
L’iniziativa è stata presentata in conferenza stampa con le avvocate delle famiglie Cesaroni e Orlandi, Federica Mondani e Laura Sgrò, e alla presenza dell’ex procuratore generale aggiunto della procura di Roma, Giancarlo Capaldo. “Vicende diverse che hanno segnato la coscienza popolare negli ultimi 40 anni, casi di cronaca che assunto significati diversi” dice Morassut il quale sostiene che questa non sia una iniziativa di matrice politica e “non nasce per sostituirsi alla magistratura ma per affiancarla con le attività di ricerca che sono propri delle commissioni. Siamo a inizio legislatura è c’è il tempo necessario per gli approfondimenti“.
Per Ascari, il quale ha portato il caso Cesaroni in Commissione Antimafia, “Su Emanuela Orlandi c’è una necessità che nasce dal non detto, ossia che il Vaticano su questo caso sa molto di più di quanto emerso. Come parlamentari di uno Stato sovrano, nel rispetto della Santa Sede, non si può più accettare la risposta ‘non ne sappiamo niente’. Lo dico anche nell’interesse della chiesa“.
“A giugno saranno 40 anni che Emanuela è scomparsa, più della metà della vita media di una persona – sostiene l’avvocata Sgrò – La famiglia deve avere delle risposte come anche il paese per il quale questa vicenda è un buco nero. Per questo sono grata della iniziativa, che replica altre analoghe, ma sono anche dispiaciuta per tutti questi motivi. Spero sia l’ultima commissione perché non ci sarà bisogno di altre. Busseremo a tutte le porte per chiedere la verità”. Più positiva l’avvocata Mondani: “Vedo una unità di intenti che dà speranza. Ripartiremo leggendo tutti gli atti dell’inchiesta Cesaroni“. “La mia famiglia è sempre stata in secondo piano rispetto a quella di Emanuela – dice Anna Antonietta Gregori – ma anche nel rapimento di mia sorella ci sono tante incongruenze e misteri da chiarire” mentre per Paola, sorella di Simonetta Cesaron “Alla luce delle ultime intercettazioni emerse spero che per la mia famiglia ci potrà essere finalmente un po’ di pace e verità“.
Duro invece Pietro Orlandi, fratello di Emanuela: “Sono anni che speriamo invano di essere ascoltati dalle autorità giudiziarie vaticane, forse temono che io faccia i nomi di cardinali e altre figure che so per certo che sono coinvolte. Lo stato vaticano è quello italiano sono entrambi coinvolti, tanto che un mese dopo ci fu un accordo per ‘non aprire una falla che sarà difficile chiudere‘”.
E attacca l’ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone: “Alcuni analisti specializzati mi hanno confermato come le cassette con la voce di mia sorella inviate a mio padre sono state manipolate, ma le inchieste si sono accontentate di attribuirle all’audio di un film porno. Mia sorella è l’unica cittadina vaticana mai rapita eppure nessuno ha mosso un dito. Come se per Giulio Regeni l’Italia si fosse accontentata di dire ‘È successo in Egitto, non ci riguarda’. Le anomalie sono tante, i servizi segreti coinvolti tanti e di tanti paesi, ma nessuno ha mai approfondito. Spero che la commissione di inchiesta abbia la forza per scavare. Emanuela è stata usata per essere oggetto di un ricatto che dura da 40 anni altrimenti il Vaticano non avrebbe accettato di essere macchiato da allora da questi sospetti. Papa Francesco e Ratzinger e il cardinale Avril sanno tutta la verità, ci sono messaggi whatsapp recenti che lo fanno pensare. Lo Stato italiano è sempre stato succube di quello Vaticano. La commissione parlamentare si deve occupare anche di questo. A partire dalla sordina che ha messo sulla vicenda Giovanni Paolo II“.