Secondo la famiglia e il loro legale, Liliana sarebbe stata vittima di un malore in seguito a un’aggressione. Poi il suo corpo sarebbe stato nascosto per evitare ogni responsabilità sulla sua morte, affermano durante una trasmissione televisiva su Rete4.
E’ ancora avvolta nel mistero la morte di Liliana Resinovich, la donna 63enne scomparsa a Trieste il cui cadavere è stato ritrovato solo dopo tre settimane in un bosco non lontano dalla sua abitazione. Per il marito Sebastiano Visintin, Liliana potrebbe essere stata vittima di una aggressione a cui è seguito un malore fatale, il cadavere sarebbe poi stato celato per nascondere le tracce ed evitare ogni responsabilità sull’accaduto. “Dopo un anno non abbiamo risposte, se qualcuno le ha fatto del male, se si è tolta la vita. È un’angoscia tremenda, ma cerco di andare avanti” dice l’uomo.
La sua morte sarebbe quindi un tentativo di inscenare il suicidio così da evitare un’accusa di omicidio, il familiare racconta la sua versione durante la trasmissione Quarto Grado su Rete4. In base all’autopsia predisposta dalla famiglia, Liliana sarebbe morta a causa di un arresto cardiaco e sul corpo non ci sono ferite gravi che facciano pensare a un assassinio, da qui l’ipotesi del malore.
“Secondo me l’hanno presa da dietro con i sacchetti in testa, forse voleva allontanarsi dalla persona con la quale magari stava litigando in strada, si è spaventata perché le è mancato l’ossigeno e il cuore si è fermato” dice la cugina Silvia, una delle persone che non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio, durante il programma. “La mancanza di segni di strangolamento sono spiegabili col fatto che quando lei si sente lo spago si prende l’attacco cardiaco e va giù per terra e non serve stringere più a quel punto“. Silvia afferma poi che la famigli continuerà a cercare in tutti i modi di trovare la verità sul caso.
Anche l’avvocato della famiglia ritiene plausibile l’ipotesi del malore. “Liliana è stata probabilmente conservata chissà dove, poi è stata trasportata. Anche quella posizione dormiente potrebbe farci pensare alla conservazione iniziale in un bagagliaio. E poi in qualche dolina“. E infide “La perizia medico legale tenta di svilire i segni traumatici che invece vanno letti in modo globale, ma non sono nemmeno stati datati“. Resinovich potrebbe quindi essere stata picchiata prima della morte, la tumefazione all’occhio destro, una lacerazione allo zigomo dello stesso lato e la perdita di sangue dal naso potrebbero essere la prova di questa ipotesi.
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