Col maxi-emendamento alla manovra di Bilancio cambiano anche le regole per il congedo parentale. Una novità che riguarda soprattutto i papà.
Ecco cosa cambierà dal 2023 per i padri lavoratori che voglio dedicarsi ai figli piccoli.
Tra le novità contenute nel maxi- emendamento alla manovra di bilancio del governo targato Giorgia Meloni c’è anche il mese in più di congedo parentale retribuito all’80%. Sarà valido anche per i papà.
Cambia dunque la norma sull’indennità per i genitori che si prendono un periodo di riposo dal lavoro per accudire i figli piccoli. La riforma in origine guardava solamente alle mamme, ma adesso il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha riconosciuto che la norma rischiava di essere discriminatoria per i padri. “È stata rilevata un’incongruenza sul fatto che non potesse essere prevista questa indennità anche ai padri” ha spiegato il titolare del Mef in Commissione bilancio alla Camera.
Le novità sul congedo parentale non sono le uniche presenti per le famiglie nell’emendamento del governo. Altre sono in arrivo sull’assegno unico universale e sulle persone disabili.
Congedo parentale, le novità della riforma Meloni
Col prossimo anno aumenterà dunque di un anno il congedo parentale facoltativo. Una possibilità che adesso riguarderà sia le mamme che i papà. Soltanto uno dei due genitori però potrà avvalersi della mensilità supplementare. A scegliere chi tra i due potrà utilizzarla, in via alternativa, saranno le famiglie.
In questi trenta giorni il congedo riceverà dunque una retribuzione dell’80%, contro il 30% di adesso. Dovrà però essere utilizzato entro il sesto anno di età di ogni figlio. Padri e madri potranno dunque prendere un mese in più di quelli previsti. Per poterne usufruire le mamme dovranno però aver finito il periodo di congedo di maternità obbligatorio entro il primo gennaio 2023.
Per il premier Giorgia Meloni la misura introdotta col maxi-emendamento dell’esecutivo è “molto importante, che introduce una specie di salvadanaio del tempo che le madri possono utilizzare in caso di difficoltà, evitando di incorrere in situazioni economiche difficili”. Secondo il presidente del Consiglio con l’attuale schema “molte madri non potevano permettersi il congedo facoltativo”.
Come funziona oggi il congedo parentale facoltativo
In base alle regole attuali le mamme hanno diritto a un congedo di maternità obbligatorio di 5 mesi, durante il quale prendono l’80% della retribuzione media giornaliera, calcolata sull’ultimo periodo di busta paga (solitamente l’ultimo mese prima del congedo) e erogata dall’Inps. Il 20% restante lo dà per lo più il datore di lavoro, come prevedono la gran parte dei contratti nazionali di lavoro.
C’è poi la possibilità per mamme e papà del congedo parentale. Un’opzione facoltativa che può durare fino a un totale di 11 mesi. In questo periodo la retribuzione è pari al 30%, ma soltanto nel caso in cui il reddito individuale del genitore che ne fa richiesta sia inferiore di 2,5 volte all’importo annuale del trattamento minimo di pensione. Il congedo facoltativo può essere preso entro i 12 anni d’età del figlio.