Violenze di Capodanno: 4 nuovi arresti

Quattro persone sono finite in manette a seguito degli abusi perpetrati in piazza Duomo a Milano nella notte di Capodanno 2022.

Con la coordinazione della procura di Milano la polizia, nelle giornata di domenica 19 dicembre ha messo in atto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro ragazzi di origine egiziata tra i 19 e i 20 anni per violenza sessuale di gruppo e rapina aggravata.

L’ordinanza che pesa sulle spalle di questi indagati riguarda almeno due episodi di violenza sessuale di gruppo, uno avvenuto vicino alla statua di Vittorio Emanuele II verso due ragazze tedesche, l’altro vicino a un fast food in piazza Duomo nei confronti di due giovani italiane.

Nel secondo caso, dove è avvenuta anche una rapina del celluare e della borsa di una delle ragazze, sono stati coinvolti due dei quattro arrestati.

La vicenda

Nella notte di Capodanno di quasi un anno fa dieci ragazze che si erano trovate a festeggiare nel centro del capoluogo lombardo sono state sottoposte a violenze sessuali da due branchi, di parte di quanto accaduto sono stati girati anche alcuni filmati che sono stati divulgati e hanno contribuito ad aiutare gli inquirenti nella ricerca dei colpevoli.

A questo punto, in totale, sono nove gli arresti compiuti. L’ultimo provvedimento ha toccato M. A., Karim Hemida di 20 anni, che ora si trovano dietro le sbarre, mentre Mohamed Abou Elnaga e il diciannovenne Abdelrahman Mohamad si trovano ai domiciliari.

Uno di questi ultimi quattro appare in un filmato mentre era intento a osservare i compagni che abusavano delle ragazze senza intervenire. Le indagini scaturite dopo la denuncia delle vittime hanno condotto a un primo processo celebratosi nel mese di ottobre, mentre un altro tra gli arrestati e un complice affronteranno il giudizio in tribunale il prossimo 22 dicembre.

Le indagini non si fermano

Nel frattempo altri due giovani di 16 e 17 anni sono già sotto procedimento tramite il tribunale dei minorenni. Il Comune di Milano aveva deciso di costituirsi parte civile. Le immagini dell’aggressione avevano colpito molto l’opinione pubblica, così come le testimonianze delle giovani che erano state palpeggiate, insultate e umiliate mentre erano prigioniere di una barriera umana di 30 o 40 uomini che hanno impedito ad altre persone di prestare aiuto.

I responsabili però hanno commesso un passo falso, poiché si sono scattati dei selfie e scambiati messaggi in rete credendo di rimanere impuniti. Così, però, non è stato.

 

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