Folla per i funerali dell’ex allenatore e calciatore, che è morto venerdì scorso a Roma, nella clinica in cui era ricoverato dopo essersi aggravato.
Una grande folla è intervenuta alle esequie dell’ex allenatore e calciatore serbo Sinisa Mihajlovic, morto venerdì scorso, 16 dicembre, a 53 anni, in una clinica di Roma dove era ricoverato a causa dell’aggravarsi improvviso della sua malattia.
La leucemia di cui soffriva, infatti, era peggiorata improvvisamente. Da tempo combatteva contro questa malattia. Di fronte alla Basilica di Santa Maria degli Angeli dove hanno avuto luogo i funerali c’era uno striscione che recitava:«Ciao Sinisa, uno di noi». All’esterno della chiesa di Roma c’erano oltre due mila tifosi che quando è sopraggiunta la bara hanno applaudito con grande commozione.
Più tardi, è intervenuto anche il Bologna calcio, l’ultima squadra che ha allenato, con il nuovo coach Thiago Motta e i dirigenti del team. Il feretro di Mihajlovic è andato via dal Campidoglio verso le ore 9:40, per raggiungere piazza della Repubblica.
Tanti i personaggi del mondo dello sport e non, che sono intervenuti alle esequie dell’ex calciatore e allenatore, a partire dal ministro dello sport Andrea Abodi, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Intervenuto anche il commissario tecnico della nazionale italiana Roberto Mancini, e molti ex compagni di Mihajlovic quando era giocatore.
È inoltre intervenuta anche una delegazione della Lazio con il patron Lotito, tutto il Bologna che è l’ultima squadra che Mihajlovic ha allenato, una rappresentanza della Stella Rossa di Belgrado, in cui il giocatore ha militato agli inizi della propria carriera.
Sono intervenuti in loco anche Gigio Donnarumma, Francesco Totti, Daniele De Rossi, Marchegiani, Stankovic, Jugovic, Iachini, Fiore, Corradi, Peruzzi, Di Livio, Conti, Gianni Morandi e molti altri personaggi.
Il cardinale Zuppi ha celebrato le esequie
A celebrare la funzione religiosa è stato l’arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Maria Zuppi. Durante l’omelia, il sacerdote ha ricordato così Mihajlovic:«Non è scappato davanti alla malattia, ha dato forza mostrando la fragilità dolce di un guerriero. La fragilità è una porta, non un muro».
Poi ha aggiunto:«Togliamo le pietre dal nostro cuore per vivere in pace con noi e gli altri. Ci stringiamo intorno a loro e a chi è legato a lui. Sinisa voleva diventare vecchio con tanti nipoti, è stato uno capace di dare un’occasione a chi non l’aveva mai avuta e vorrei che oggi sentiate l’affetto della madre chiesa. Proprio perché è una madre non si arrenderà mai al dolore dei suoi figli. È un saluto doloroso che ci lascia increduli», ha chiosato.