È scomparso in punta di piedi, dopo una lunghissima carriera con più di cento film, uno degli attori più conosciuti del cinema e della tv italiana.
Il successo per lui è arrivato negli anni ’70 coi ruoli da protagonista del filone della commedia sexy all’italiana.
È morto all’età di 87 anni Lando Buzzanca, l’attore che ha impersonato più di ogni altro la figura dell’uomo sciupafemmine nel cinema italiano: il latin lover di provincia («merlo maschio»). Protagonista di 110 film, i suoi grandi successi sono legati infatti al filone della commedia sexy all’italiana.
Una decisione che aveva scatenato diverse tensioni tra l’amministratore di sostegno e la compagna dell’attore, Francesca Della Valle, di 35 anni più giovane di lui, e i due figli avuti col primo matrimonio, che avrebbero tutti desiderato tenerselo a casa. Ultimamente era stato ricoverato in ospedale dopo essere caduto dalla sedia a rotelle e era in riabilitazione presso un Hospice dell’ospedale Gemelli.
Nato in una famiglia di artisti
Gerlando Buzzanca, detto Lando, nasce a Palermo il 24 agosto 1935. È figlio d’arte: lo zio era attore e il padre faceva il proiezionista. Venuto al mondo in una famiglia di artisti, fin da piccolo è rapito dal mondo del cinema. Dopo aver assolto la scuola dell’obbligo si trasferisce a Roma a cercare fortuna. Si sposa giovanissimo, a soli 16 anni, con Lucia Peralta. La coppia avrà due figli: Mario e Massimiliano. Comincia a frequentare l’Accademia d’arte drammatica Sharoff.
Il suo esordio nel cinema avviene in “Ben Hur” del 1959, dove fa la comparsa. Successivamente Buzzanca appare in due sceneggiati televisivi di Vittorio Cottafavi, “La trincea” (1961) e “Il mondo è una prigione”(1962). In quegli anni lo chiama anche Pietro Germi per “Divorzio all’italiana” (1961) e “Sedotta e abbandonata”(1964), film dove recita al fianco di attori del calibro di Marcello Mastroianni e Stefania Sandrelli.
Successivamente lavora per altri celebri registi come Elio Petri (“I giorni contati” del 1962), Dino Risi (“I mostri”, 1963), Antonio Pietrangeli (“La parmigiana”, 1963), Nanni Loy (“Made in Italy”, 1965), Alberto Lattuada (“Don Giovanni in Sicilia”, 1967). Poco alla volta comincia a affermarsi cime attore umoristico con ruoli da spalla di Gino Cervi e Franco e Ciccio. Inizia a collaborare intensamente con Sergio Corbucci a cominciare dal film parodia “James Tont, operazione uno” (1965).
Il successo con la commedia sexy all’italiana
Il successo però giunge per lui negli anni ’70 con la commedia sexy all’italiana, dove Buzzanca passa dal ruolo di donnaiolo impenitente e sessualmente iperattivo a quello di uomo impotente. Uno dei più grandi successi è la commedia “Il merlo maschio” (1971), diretto da Pasquale Festa Campanile e con Laura Antonelli.
Col declino del genere della commedia sexy negli anni ’80 Buzzanca viene relegato a ruoli marginali come in “Secondo Ponzio Pilato” (1987) di Luigi Magni. Ritorno così a recitare a teatro finché non trova un nuovo filone nelle fiction televisive. E nei panni del Principe Giacomo ne “I Vicerè” (2007) di Roberto Faenza giunge per lui anche una candidatura al David di Donatello 2008 come miglior attore.