Sinisa Mihajlovic, una settimana di agonia e poi la morte: ha lottato disperatamente contro un’infezione

Fino a una settimana fa stava facendo piano con i suoi amici. Poi si è aggravato ed è stato ricoverato a Roma e purtroppo non ce l’ha fatta

Ha lottato fino alla fine per sopravvivere, supportato da tutti i suoi familiari, a partire da sua moglie, Arianna e dai figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas. Tutti sono stati al suo fianco nella speranza che si riprendesse. Purtroppo, però, il finale non è stato quello sperato.

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sinisa mihajlovic-Photo by Emilio Andreoli/Getty Images

Mihajlovic ha dato prova di grande forza e coraggio, quando il male si è ripresentato. I medici gli avevano detto che c’erano poche speranze di sopravvivere e lui pur soffrendo, anche e soprattutto dal punto di vista fisico, non si è mai arreso. Il 1° dicembre scorso si era persino recato alla presentazione del libro di Zeman, in una libreria di Roma, e si era mostrato allegro e contento di essere lì.

Fino al 10 dicembre, il 53enne sentiva i propri amici al telefono facendo progetti con loro per il futuro. Voleva portare a termine le chemio per poi riprendere il giro degli stadi di calcio per assistere live alle gare. Finché ha potuto, ha continuato a fare sport, facendo delle camminate, per restare attivo e contrastare, anche così, la malattia che lo stava attaccando.

Domenica 11 dicembre, poi, inaspettatamente, Mihajlovic si è aggravato per via di un’infezione. La febbre è aumentata e l’uomo è stato ricoverato con una certa urgenza. Nel pomeriggio di lunedì 12 dicembre si è aggravato ulteriormente, al punto che la madre Viktoria e il fratello Drazen hanno preso l’aereo dalla Serbia per raggiungere al più presto la clinica di Roma in cui l’uomo era ricoverato.

Parlando di sua madre, Mihajlovic raccontò che «non parla l’italiano e i miei figli hanno poca dimestichezza con il serbo. Ma ogni volta che viene a trovarci a Roma e vedo come guarda i suoi nipoti, capisco che l’amore non ha bisogno di parole». Il giorno dopo, Sinisa è entrato in coma farmacologico, in quanto i sanitari hanno optato per la sedazione per evitargli altre sofferenze indicibili.

Sua moglie non si è separata da lui nemmeno un momento. Il loro è stato un grande amore e i due hanno avuto 5 figli. Sinisa ha lottato disperatamente per sopravvivere fino a venerdì pomeriggio, quando purtroppo non ce l’ha fatta, circondato dall’affetto dei familiari. Domani, 18 dicembre, ci sarà la camera ardente in Campidoglio e il 19 dicembre le esequie, ore 11.

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