Il James Dyson Award ci illustra il vincitore del concorso, che diversamente da quanta potremmo pensare non è un dispositivo tanto scontato quanto facile da intuire.
Infatti è un cerotto smart, dunque parliamo di un prodotto quasi “impensabile” da trovare in un concorso di questo tipo. Ma come mai ha vinto rispetto ad altri, e qual è il suo scopo a lungo termine?
Il vincitore del James Dyson Award 2022 è
lo SmartHEAL, cioè un cerotto smart inventato da Tomasz Raczyński, Dominik Baraniecki e Piotr Walter. L’obiettivo è quello di valutare lo stato di guarigione di una ferita, seguendo passo per passo quella che potrebbe essere la sua rimarginazione.
Gli esperti, al riguardo, ci fanno sapere che: “Quando una ferita è fasciata è molto difficile capire se il processo di guarigione sta procedendo bene. L’errore più grande in fatto di ferite è cambiare la fasciatura troppo spesso. Infatti, questa abitudine potrebbe portare a infezioni e rottura dei tessuti“.
Ma in che modo questa idea è stata così tanto acclamata? SmartHeal avrebbe in mente di risolvere tutti i metodi attuali di valutazione delle ferite, che attualmente si affidano solo a valutazioni oggettive del colore, degli odori e della temperatura, come anche a dei test biochimici di laboratorio.
Il dispositivo, al contrario dalle attuali macchine più grandi, è un sensore pH preciso, economico e scalabile per la fasciatura delle ferite. E grazie a dei sistemi di comunicazione RFID, acronimo di Radio-Frequency Identifition, e il monitoraggio del pH della ferita, SmartHEAL può valutare le condizioni della ferita e di rilevare un’infezione senza rimuovere la medicazione.
La vittoria è un buon segno: presto inizieranno le vere sperimentazioni
Per via della vittoria del James Dyson Award 2022, il team terminerà i test e inizierà gli studi clinici. Lo scopo è quello di completare il processo di certificazione entro tre anni, in modo tale da poter iniziare a distribuire e vendere le medicazioni SmartHEAL nel 2025. Di questo passo pensiamo che ci riusciranno senza alcun problema, nonostante la strada per completare questo “dispositivo” sia molto lunga, e forse più ardua del previsto.
I restanti vincitori sono Polyformer, cioè un dispositivo a basso costo che ricicla le bottiglie di plastica trasformandole in filamenti per stampanti 3D, e Ivvy, nonché un macchinario indossabile che sostituisce l’asta per flebo. Questo mette a disposizione ai pazienti una mobilità ottimale, una pompa di infusione molto semplice da utilizzare e un software integrato che permette al personale infermieristico di monitorare i pazienti a distanza.
Ma a voi che cosa avrà colpito di più in assoluto? Di sicuro nessuno di questi prodotti può essere trascurato, e anche se alcuni non sono riusciti ad arrivare al podio non significa che abbiano un valore minore, ovviamente. Che il futuro risieda esattamente in questa tipologia di dispositivi? Può darsi, ma soltanto la progressione in ambito medico e tecnologico ci saprà dare maggiori risposte al riguardo.